È un argomento che spesso viene trattato con poca attenzione, sottovalutando l’impatto economico di una competizione che - nonostante non distribuisca cifre paragonabili a quelle della Champions League - permette alle squadre che arrivano fino in fondo di racimolare un bel gruzzolo. L’Europa League, rinominata così dopo la conversione della vecchia Coppa UEFA, è una competizione nata nel 1971 che nel corso degli anni ha consolidato la sua presenza nel calendario degli impegni dei club europei. Per questa stagione sono 465 milioni di euro i soldi stanziati come montepremi complessivo da distribuire tra i club che prenderanno parte all’Europa League: per la squadra vincitrice potrebbero arrivare da i 15 ai 25 milioni di euro in base alle prestazioni, a cui sommare una quota che balla tra i 10 e i 30 milioni dovuta al market pool e alla nazione di riferimento per distribuire i diritti televisivi. Andiamo a vedere quindi nel dettaglio le cifre in cui viene ripartito il montepremi, così da avere una panoramica più ampia anche in ottica scommesse Europa League*.

Premi Europa League: le quattro categorie in cui viene diviso il montepremi

Così come accade con la Champions League, anche nella seconda competizione europea per importanza la distribuzione del montepremi è basata sulla partecipazione e sui risultati raccolti. Non solo, ma si tiene conto di quattro tipologie di quote in cui i 465 milioni di euro vengono suddivisi: un 25% (116.25 milioni) come quota iniziale distribuita a tutte e 32 le partecipanti; un 30% (139.5 milioni) come bonus e premi legati alle prestazioni e alla capacità di superare le varie fasi della competizione; un 15% (69.75 milioni) basato sul ranking e sui coefficienti di performance nell’ultimo decennio nelle coppe europee dei singoli club; un 30% (139.5 milioni) legato a quello che viene definitivo “market pool”, ossia al numero di partite trasmesse in TV nella nazione della singola squadra, al mercato di riferimento e al bacino di telespettatori al quale esso è riferito.

Premi Europa League: il bonus di partecipazioni e quelli distribuiti in base ai risultati

In inglese viene indicata come “starting fees”, gettone d’ingresso: le 32 squadre che prendono parte ai gironi portano a casa 3.63 milioni di euro ciascuna. Soldi a cui poi si aggiungono gli incassi legati ai risultati sportivi: 630mila euro per ogni vittoria e 210mila per un pareggio. A questo poi si aggiungono altri bonus, distribuiti nella maniera seguente in base ai risultati:

  • Squadra che accede alla fase a eliminazione diretta vincendo il proprio girone: 1.1 milioni di euro;
  • Squadra che accede alla fase a eliminazione diretta come seconda del girone: 550mila euro;
  • Squadra che partecipa alla fase a eliminazione diretta (terza nel girone in Champions League): 500mila euro;
  • Squadra qualificata agli ottavi di finale: 1.2 milioni di euro;
  • Squadra qualificata ai quarti di finale: 1.8 milioni di euro;
  • Squadra qualificata alle semifinali: 2.8 milioni di euro;
  • Squadra qualificata alla finale: 4.6 milioni di euro;
  • Squadra vincitrice in finale: 4 milioni di euro.

Facendo la somma dei vari premi si vede come la vincitrice della prossima Europa League quasi certamente incasserà più di 17-18 milioni di euro, in base poi ai risultati e al proprio cammino a partire dal girone di qualificazione alla fase a eliminazione diretta.

Premi Europa League: il coefficiente legato al ranking e il market pool

La terza quota invece è relativa al ranking raccolto dalle squadre partecipanti negli ultimi dieci anni nelle competizioni europee: 69.75 milioni di euro divisi in 528 parti da 132mila euro ciascuna e distribuiti da 1 a 32 in base all’importanza della squadra in corsa. Le due italiani incasseranno un bel po’ da questo sistema, ben lontane dal posizionamento del Brondby che porta a casa il minimo. Il club biancoceleste della Capitale è al 5° posto per ranking e incassa 3.696 milioni di euro; fa meglio il Napoli, meglio di tutte le altre partecipanti e che porta a casa 4.224 milioni di euro. Infine l’ultimo 30% riguarda il market pool, la cui definizione complessiva può essere fatta soltanto al termine della competizione. La distribuzione fondamentalmente viene fatta in base alla rilevanza del mercato televisivo d’appartenenza e di riferimento (alle squadre inglesi è associata una fetta superiore rispetto a quella dei club ucraini, ad esempio) e al numero di squadre di ogni nazione presenti nella competizione. Metà viene destinato così ai vari club, mentre l’altro 50% tiene conto anche dei risultati sportivi (se giochi la finale, incassi i soldi legati ai diritti TV di commercializzazione dell’evento). Troppo complicato? La soluzione è una sola: vincere più partite possibile, arrivare fino in fondo alla competizione e dopo qualche mese battere cassa e passare all’incasso.

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