A nemmeno due settimane dalla finale di Champions League, è già uscito il calendario della prossima Premier League. Le nazionali europee hanno chiuso pochi giorni fa il ciclo di qualificazioni a Euro2020 e nella notte tra venerdì e sabato inizia la 46ma edizione della Copa America. Il grande calcio non si ferma mai. Se avete voglia di ballare a ritmo di samba, tango e cumbia, ecco tutto quello che c’è da sapere per seguire la Copa!

  1. Dopo 30 anni si torna a giocare in Brasile. Nel 1989 vinse la Seleçao trascinata da Romario e Bebeto, quarto titolo subcontinentale su quattro edizioni in casa. Con una cadenza un po’ balorda, edizioni ogni due o quattro anni fino alle due consecutive del 2015 e 2016, si è completato il giro dei 10 paesi sudamericani più gli Stati Uniti anfitrioni della Copa del Centenario. Si giocherà in 5 città e 6 stadi. Il Morumbi di San Paolo ospiterà la gara inaugurale tra Brasile e Bolivia, alle 2.30 della notte tra venerdi e sabato. È l’unico impianto non riammodernato né utilizzato per i Mondiali del 2014. Le altre partite di San Paolo si giocheranno all’Arena Corinthians. Salvador, il Mineirão di Belo Horizonte e l’Arena do Gremio di Porto Alegre le altre sedi di prima fase, quarti e semifinali assieme al Maracanã di Rio de Janeiro, teatro anche della finalissima del 7 luglio come ai Mondiali 2014 e 1950. Se vincerà il suo gruppo A, il Brasile giocherà a Rio solo in caso di arrivo in finale.

  2. Partecipano alla competizione 12 squadre, suddivise come da formula tradizionale in 3 gironi da 4. Per raggiungere la dozzina, anche quest’anno sono state invitate 2 nazionali non sudamericane: Giappone e Qatar. In passato avevano usufruito delle wild card soprattutto federazioni nord e centro americane, che però saranno impegnate contemporaneamente nella Gold Cup, il torneo della loro confederazione CONCACAF. Ecco quindi la possibilità per il Giappone di partecipare finalmente alla manifestazione cui era già stato invitato nel 2011, prima di essere costretto al forfait a causa dello tsunami e dello stato di distruzione/commozione delle zone colpite. Debutto assoluto per il Qatar, in preparazione ai Mondiali del 2022 dopo essersi laureato campione d’Asia all’inizio di quest’anno con 19 gol segnati e 1 solo subìto.

  3. Il Brasile è il favorito numero uno nonostante il forfait di Neymar, caviglia ko in amichevole contro il Qatar. Il suo bilancio con la Seleçao finora è fallimentare: fuori ai quarti in Copa America 2011, espulso alla seconda partita e fuori al primo turno in quella del 2015, assente nel 2016 e 2019. In più, è arrivato in condizioni imperfette a Russia 2018 ed era stato abbattuto da Zuñiga ai quarti nel Mondiale casalingo. Unico trofeo vinto, con gol in finale, la Confederations Cup 2013. Sulla panchina brasiliana è stato confermato il ct Tite, beffato ai Mondiali di un anno fa dal Belgio e da decisioni arbitrali controverse. Ha due freschi campioni d’Europa, Alisson e Firmino, e una squadra matura, cui ha aggiunto la forza fisica e l’impeto di Richarlyson, esterno offensivo dell’Everton, forte di testa e in area di rigore. Debutta contro la Bolivia e poi affronta il Venezuela, vicecampione del mondo under 20 nel 2017 con lo stesso c.t. (Dudamel) ma appena 4 giocatori di quel gruppo. Completa il girone il Perù del Tigre Gareca, terzo nel 2011 e 2015 ed eliminato con onore ai Mondiali dalla Danimarca (rigore sbagliato da Cueva): lo guida in attacco il Depredador Guerrero, 11 gol in 19 partite di Copa in carriera.

media

  1. L’Argentina esordirà alle 24.00 di sabato. Non è Messi y diez màs però ancora una volta il peso delle responsabilità sarà tutto su di lui. Il c.t. è l’ex terzino di Lazio e Atalanta, Lionel Scaloni. Già assistente di Sampaoli in Russia, ha sperimentato a fondo in questi nove mesi da selezionatore: più di 20 debuttanti e 9 formazioni diverse in altrettante partite. Ha lasciato a casa Icardi e chiamato Lautaro Martinez, Dybala, l’udinese De Paul, l’ex juventino Roberto Pereyra e il capitano della Fiorentina, Pezzella. Fino all’ultimo è stato incerto sul portiere titolare (Armani del River favorito su Andrada del Boca) e sul sistema di gioco, anche per le pressioni dell’ingombrante/influente direttore tecnico Menotti, ct dell’Argentina campione del mondo nel 1978 e coniatore di massime di spessore. Durante il ritiro estivo alla Sampdoria a fine anni 90, a chi gli chiedeva perché non facesse ripetute nei boschi e in salita rispose: “Perché, per caso il campo da calcio è in salita?”. La Selecciòn non vince un titolo dalla Copa America del 1993 e nelle ultime 5 edizioni ha perso 4 finali, di cui 3 ai rigori. Sempre dal dischetto è uscita ai quarti contro l’Uruguay nell’edizione che ha ospitato nel 2011. Messi è alla sua quinta Copa America e nelle ultime due ha partecipato a ben 13 gol. Eppure cerca ancora il titolo che nemmeno Maradona e Pelé hanno mai conquistato. 

    media

    Il primo impegno sarà il più duro, contro la Colombia del nuovo c.t. Carlos Queiroz, il portoghese che proprio in Brasile nel 2014 fece penare l’Albiceleste con l’Iran. Il Paraguay presenta più incognite che certezze e sarà guidato dall’argentino Berizzo, ex tecnico di Siviglia e Athletic Bilbao. Occhio al Qatar, selezione giovane e senza pressioni, che a fine 2018 ha sorpreso in amichevole Svizzera ed Ecuador. La allena lo spagnolo Felix Sanchez e la trascina l’attaccante Almoez Ali, già decisivo in Coppa d’Asia.

  2. Nel gruppo C gli occhi sono tutti per l’Uruguay e il Cile bicampione in carica. La Celeste è la rivale principale del favorito Brasile. Ha recuperato Luis Suarez dopo l’intervento al ginocchio che lo ha tormentato negli ultimi mesi e potrà innescare lui e Cavani con un centrocampo di qualità, in cui Torreira, Bentancur e Vecino saranno ancora più maturi dopo l’ultimo anno in Europa. In porta Muslera, protetto dal totem Godìn e dal suo compagno/erede Gimenez. Il c.t. del Cile, il colombiano Reinaldo Rueda, ha escluso il portiere Claudio Bravo e il centrocampista Marcelo Diaz, determinanti nelle due conquiste del 2015 e 2016. La presunta fronda contro di loro, guidata da Arturo Vidal, è solo l’ultima turbolenza per una nazionale sempre scossa da casi interni, atti di indisciplina, episodi eclatanti (come l’incidente automobilistico di Vidal nella Copa organizzata e vinta quattro anni fa). Sono comunque le due favorite nel girone completato dall’Ecuador, unico Paese con il Venezuela a non aver mai vinto questo torneo, e il Giappone, con tanti giovani a fare esperienza in vista di Tokyo 2020. Ah, se Brasile e Uruguay vincessero i rispettivi gironi, potrebbero incontrarsi poi solo in finale. Al Maracanā, come nel 1950…