Trentuno è un gioco di carte che non tutti conoscono, ma molto divertente e spesso praticato nelle riunioni di famiglia durante le vacanze di Natale. La logica è simile a quella della mambassa o della petrangola, si utilizza un mazzo da 40 carte - napoletane, piacentine o qualunque sia, basta che ci siano i quattro semi distinti con dieci carte dall’asso al Re. Il numero di giocatori minimo è quattro, fino a un massimo di sette (utilizzando un singolo mazzo, la dinamica di gioco più semplice): ora che abbiamo fissato i punti cardine, andiamo a vedere nella pratica in cosa consiste e quali sono le logiche alla base.

Trentuno: le regole base del gioco e come ci si prepara a una manoQuindi, ci chiediamo: qual è lo scopo del gioco? L’eliminazione dal tavolo degli avversari: al termine della partita infatti un solo giocatore conquisterà l’intera posta in palio (piatto, o piattino, nel gergo): per ogni tornata - o mano - chi ha il punteggio più basso delle tre carte complessive con segno diverso perde una delle sue “vite” che va a incrementare il piatto. Ok, forse ancora non è chiaro: facciamo un ulteriore passo indietro.

Dopo che è stata effettuata la scelta del mazziere - nei modi più disparati, non esiste una regola fissa - ogni giocatore presente al tavolo prepara davanti a sé tre puntate dello stesso valore (con la tipica rincorsa alle monetine che si fa durante le vacanze), che rappresentano le “vite” a cui facevamo riferimento prima da difendere nel corso del gioco. Chi le perde tutte e tre viene eliminato, mentre chi resta per ultimo conquista la partita e di conseguenza porta a casa quanto incassato nel piatto. Il mazziere distribuisce infatti tre carte coperte a ognuno dei partecipanti, compreso se stesso - lasciando “il tallone” di carte rimanenti al centro del tavolo e scoprendone soltanto una che farà da base alla pila degli scarti. Una volta distribuite tutte le carte, il mazziere bussa sulla superficie da gioco e soltanto in quel momento si possono toccare le carte: ricorda bene questa regola, se lo fai prima la penalità è quella di perdere una vita. Può accadere che gli ultimi due giocatori rimasti con una sola vita a testa scoprano lo stesso punteggio. In questo caso, rientrano tutti i giocatori, anche quelli già eliminati, con una sola vita e si continua il gioco con una sola vita.

Trentuno: lo svolgimento del gioco e come funziona il punteggio

Il giocatore di turno può quindi decidere se pescare una carta coperta in cima al mazzetto residuo o prendere un carta scoperta in cima agli scarti: il punteggio che ogni singola mano compone è dettato dalla combinazione di carte che hanno lo stesso seme. Facciamo un esempio: se in mano abbiamo tre assi, la base di partenza massima è 11 - il valore dell’asso - e quindi pescando un otto di uno dei tre semi ad esempio potremmo arrivare a 19. Facile intuire quindi perché il gioco si chiama 31: se abbiamo in mano asso, dieci e fante di Coppe, il nostro punteggio è di 31 punti (visto che tutte e tre le figure valgono 10 punti ciascuna). Quando un giocatore fa 31 si interrompe la mano mostrando le proprie carte, anche se si fa trentuno nel primo giro. In questo caso tutti gli altri giocatori perdono una delle puntate residue che andranno a incrementare "il piatto". In caso di parità perde chi bussa per primo. Ma sul concetto di bussata ritorniamo ora in maniera più approfondita.

Trentuno: il concetto di bussata e come funziona

Bussare per primo non pone nessuna squalifica o perdita di punti e, cosa fondamentale, non è indispensabile fare 31 affinché termini la mano - anche perché non è poi così semplice riuscire ad avere quelle carte in mano. Si può bussare in qualsiasi momento della partita con ogni tipo di punteggio: il più delle volte la mano termina quando un giocatore, ritenendo di avere un buon punteggio, nel proprio turno rinuncia a pescare e decide di "bussare". Il giocatore che "bussa" pone nel mazzo degli scarti la carta che avrebbe potuto pescare. La bussata (sul tavolo) è un segnale per avvertire gli altri partecipanti che quello in corso è l'ultimo giro. La mano infatti termina al mazziere. È impossibile effettuare la "bussata" alla prima mano e dopo che il giocatore precedente ha scartato una figura. Dopo la "bussata" perde una posta chi ha il punteggio minore. Infine, vantaggio ulteriore da non sottovalutare è che con questo genere di giocata si è coperti da un eventuale 31. Ora che conoscete tutte le regole di base, non resta altro che cimentarvi e provare a capire in prima persona quali sono le dinamiche del gioco.

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