Prendete le carte francesi, togliete i jolly e trovate tre amici a cui chiedere se vogliono passare una serata in compagnia: a quel punto avrete tutti gli strumenti che vi servono per giocare a King, una tipologia di schema di gioco che ricorda per certi versi il bridge e che, anche se meno praticato di altri, riscuote ancora un discreto successo su una nicchia di appassionati. È un gioco che affonda le sue radici nel passato e per questo non si hanno abbastanza informazioni per sapere chi sia stato l’inventore del King, che nel corso degli anni ha avuto moltissime imitazioni e varianti che ne hanno cambiato in parte il senso e le regole. Noi ci atterremo a quelle di uso comune, nonostante ci si potrebbe ritrovare a partecipare a una partita in cui l’impostazione del gioco potrebbe essere ben diversa. Andiamo insieme a vedere gli aspetti principali.

King: come funziona una mano e quali sono le regole base

Il gioco del King segue le regole classiche della scala di uso comune con le carte francesi, che come ben sapete sono composte da quattro semi: cuori, quadri, fiori, picche. Ogni seme inoltre è formato dalle seguenti carte che elenchiamo in ordine di importanza: Asso, Re (King), Regina o Donna (Queen), Fante (Jack), Dieci, Nove, Otto, Sette, Sei, Cinque, Quattro, Tre, Due. Il gioco si articola in tredici mani o smazzate, delle quali sette comportano penalità, cinque un guadagno positivo ed una entrambe le cose - smazzata del Domino, la più attesa dell’intera partita. Ognuna di esse prevedete quindi regole diverse, considerando che nella variante base ogni giocatore punta al proprio successo personale: vince chi alla fine totalizza il punteggio più alto - considerando che alla fine dei 13 turni la somma dei punti raccolti dai quattro partecipante deve essere zero. Prima di iniziare viene quindi redatto un prospetto segnapunti diviso in 13 righe (recanti l'acronimo delle smazzate) e 4 colonne (con i nomi dei giocatori).

Quali sono quindi le regole del gioco: la dinamica è molto simili ad altri schemi e tipologie già note. Infatti:

  • Il mazziere, dopo aver fatto tagliare il mazzo, distribuisce in senso antiorario tredici carte per giocatore; 
  • Chi siede alla destra del mazziere gioca per primo una carta durante la smazzata;
  •  Ogni giocatore muove una carta alla volta e la presa si completa quando ognuno dei quattro ha fornito la propria;
  • Gli altri sono tenuti tassativamente a rispondere con una carta dello stesso seme di quella giocata; solo qualora ne siano sprovvisti è consentito il taglio, o rifiuto, cioè lo scarto di una qualsiasi carta di altro seme;
  • La carta più alta prende, a patto che il seme corrisponda a quella del giocatore che ha iniziato la presa;
  • Si riparte da colui che conquista la presa, sino all'esaurimento delle tredici prese;
  • Il nuovo mazziere sarà il giocatore alla destra del precedente.

Le carte da “scartare” e la fase finale di Domino: una possibile variante del King

Come abbiamo già spiegato nelle regole base, chi non ha una carta del seme scelto nel turno può scartare una carta di seme diverso. Nella prima fase di penalizzazione ad esempio non si può scartare con re, regina o J, durante la prima mano. Nella seconda fase non si può invece con re di cuori e otto di quadri e non si può nemmeno proporre il seme di tali carte fino a quando qualcuno scarta in questo senso. Nella terza fase non si può battere con qualsiasi carta di cuori e nemmeno tagliare durante la prima mano con una carta di cuori. Ognuna di queste eccezioni porta a delle negatività che vanno a intaccare il punteggio che ogni giocatore accumula - conquistando un punto per ogni mano vinta portando a casa il mazzetto di carte.

La fase di Domino invece è quella finale e la apre il giocatore che possiede il 7 di quadri o, a seconda delle regole stabilite dal tavolo, un qualsiasi sette a partire dalla destra del mazziere. In questa fase si risponde con carte dello stesso numero o direttamente precedenti o successive (un 6 o un 5 nel primo caso), quindi vince chi per primo finisce le carte in mano. Penalizzazione invece per chi non riesce a scartare: ogni carta non “attaccata” porta a un altro punto di penalizzazione. A questo poi, come spiegato in precedenza, vengono associate decine di possibili derivazioni e variazione nelle regole del gioco: la base però resta sempre la stessa, che permette poi di associare al punteggio conquistato anche un valore economico simbolico per premiare il vincitore - essendo a somma zero infatti, dei quattro seduti al tavolo a giocare ci sarà chi da penalizzato con negatività avrà perso e altri che invece saranno passati all’incasso. Un gioco semplice e divertente, assolutamente da provare.

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