Fermo sostenitore di Israele, Sheldon Adelson è custode di una storia davvero incredibile. Il momento in cui fu in grado di far trasferire la sede dell’ambasciata USA da Tel Aviv a Gerusalemme, nel 2018, rappresenta infatti il picco della sua grande attività svolta.

Fedele all’ideologia politica di Trump e dunque repubblicano convinto, il "kingmaker" del partito repubblicano si era spinto fino a offrire di utilizzare parte della sua fortuna di 36 miliardi di dollari per contribuire alla costruzione dell'ambasciata.

Un'ascesa straordinaria per il figlio di immigrati ebrei nato in un monolocale nel bel mezzo della Grande Crisi degli anni ‘30.

La storia di un grande uomo d’affari

Sheldon Adelson è nato a Boston nel 1933 da padre tassista lituano e da madre del Galles che gestiva un negozio di maglieria.

Il suo talento nell'individuare un'idea commerciale redditizia era evidente fin dai primi passi della sua vita; all’età di 12 anni ottenne il suo primo prestito, pari a 200 dollari, offerto da uno zio per poter "comprare" un angolo dove vendere i giornali.

Ma la ricchezza che avrebbe accumulato alla fine della sua vita non sarebbe stata frutto di casualità o fortuna, ma solo di grande lavoro e determinazione.

Adelson ha abbandonato l'università per arruolarsi nell'esercito americano, prima di trovare lavoro come stenografo a Wall Street; quello fu il lavoro che gli aprì le porte del mondo della finanza e del suo primo vero successo nel campo dell’economia e finanza.

Ma, come stava per scoprire, le fortune possono essere guadagnate come essere perdute con la stessa semplicità; alla fine degli anni '60, questo è esattamente ciò che gli capitò.

In ogni caso queste difficoltà non avrebbero fatto alcuna differenza; Adelson aveva molte altre idee imprenditoriali, e alla fine della sua vita si sarebbe perso il conto delle sue grandi intuizioni.

Ma bisogna aspettare la fine degli anni '70 perché gli venga in mente l'idea che lo porterà alla ricchezza che Adelson ha poi accumulato.

Quell'idea era il Comdex, una fiera per il commercio di computer relativamente nuova che si tenne a Las Vegas per la prima volta nel 1979. Sarebbe cresciuta fino a diventare la più grande del mondo.

Con ogni probabilità lui non sapeva nemmeno come si utilizzassero quei dannati marchingegni, ma ad ogni modo lui aveva colto l’essenza e le potenzialità di quello strumento così innovativo.

L’importante era per Sheldon Adelson cogliere il senso dell’affare e andare diritti verso l’obiettivo: monetizzare il più possibile.

Quando entrò nel mondo dei casinò, questo fu maggiormente dovuto alla sua voglia di ottenere dei centri congressi.

Non è stata nemmeno la storia leggendaria del Sands Hotel and Casino di Las Vegas (struttura che ha fatto da cornice a molti film della serie “Ocean’s”) a catturare il suo interesse alla fine degli anni ‘80.

Il Sands era una struttura che aveva una superficie idonea per costruire un centro congressi, e da lì Sheldon Adelson entrò prepotentemente nel mondo dei casinò.

The Kingmaker

Sheldon Adelson fu soprannominato “Kingmaker” per ovvi motivi: prima di tutto, per le sue ingenti donazioni al partito repubblicano: grande sostenitore del Presidente Trump, Adelson e sua moglie hanno donato 123 milioni di dollari alle campagne repubblicane e ai comitati di azione politica nel 2018.

Questo ovviamente influenzò in maniera non indifferente la scena politica del tempo e tutte le mosse intraprese dal partito che lui decise di sostenere con una somma di denaro così incredibilmente consistente.

Ovviamente, la vicenda che maggiormente ha confermato questa sua influenza sulla scena politica USA fu lo spostamento della sede degli Stati Uniti d’America dalla città di Tel Aviv a Gerusalemme: un qualcosa di notevole se si pensa a quanto le istituzioni siano rigide su questa tipologia di scelte e decisioni.

Sostanzialmente, i fattori che lo resero il Kingmaker, ossia colui che muove la pedina più importante, furono:

  1. La sua innata capacità di fare affari e di diventare di conseguenza uno degli uomini più ricchi degli Stati Uniti d’America;
  2. Il suo saper “leggere le carte”, ovvero capire a fondo gli scenari geopolitici oltre a quelli imprenditoriali che rimanevo comunque il suo pane quotidiano;
  3. La posizione di potere acquisita grazie ai suoi immensi possedimenti.

Chiudiamo l’articolo parlando di ciò che Sheldon Adelson ha lasciato in eredità alla sua famiglia e non solo.

Il lascito di Sheldon Adelson

Sheldon Adelson era amministratore delegato e presidente della società di casinò Las Vegas Sands.

Possedeva più della metà dell'impero del gioco d'azzardo da 14 miliardi di dollari tra Las Vegas, Singapore e Macao, in Cina.

È entrato nel business dei casinò solo all'età di 55 anni, nel 1989, quando insieme ai suoi soci ha acquistato il Sands Hotel & Casino di Las Vegas per la somma di 128 milioni di dollari.

Adelson è cresciuto dormendo sul pavimento di una casa popolare di Boston, ma ha concluso i suoi giorni come uno degli uomini più ricchi e influenti che si siano mai visti.

Ha lasciato sua moglie Miriam, quattro figli e 11 nipoti, morendo all'età di 87 anni l'11 gennaio 2021.

Un classico esempio di come si può accumulare ricchezze inestimabili partendo da zero, anzi no… Sheldon Adelson non è mai partito da zero dato che aveva un’innata passione e talento per quel mondo così affascinante e misterioso che è quello della finanza globale.

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