Tutti guardavano dall’altra parte e alla fine Casper Ruud, nel silenzio generale, si è preso di nuovo la finale del Roland Garros - in questo periodo di grandi trasformazioni per il tennis mondiale, in cui diventa difficile individuare una gerarchia chiara e con il norvegese che ha tutto il diritto di reclamare un posto in copertina dopo essersi guadagnato il diritto di giocare per la terza volta in carriera l’ultimo atto di un titolo dello Slam. Un successo arrivato al termine di una sfida senza storia, battendo nettamente Alexander Zverev: 6-3 6-4 6-0 in poco più di due ore, giocando in maniera quadrata e senza scossoni. Una lezione difficilmente replicabile anche in finale, visto che dall’altra parte della rete troverà un avversario complicatissimo da battere: Novak Djokovic, probabilmente il più grande tennista di tutti i tempi che vuole continuare a macinare successi e record.

I crampi infatti hanno spezzato il sogno parigino di Carlos Alcaraz, con la semifinale contro il campione serbo che si è conclusa nel peggiore dei modi per lo spagnolo che dal problema fisico accusato all'inizio del terzo set non è più riuscito a riprendersi: 6-3, 5-7, 6-1, 6-1 il punteggio in favore di Djokovic. Era la sfida più attesa già da inizio torneo, cerchiata in rosso subito dopo il sorteggio dei tabelloni che li vedeva entrambi impegnati nella stessa parte del tabellone, un battaglia feroce e pazzesca per due ore, ma che ha mietuto vittime a livello fisico ben prima del termine del match - con Alcaraz protagonista di uno show clamoroso nel secondo set e poi costretto a pagare in termini fisici contro un Djokovic che, nonostante gli anni che passano, appare sempre come una macchina di punti e di costanza nel rendimento.

Nole Djokovic contro Casper Ruud: l’età, il fattore che può fare la differenza

Se si vanno a guardare i dati, il paragone in valore assoluto non regge - non perché Ruud non sia promettente, ma semplicemente perché nessun tennista nella storia dello sport ha vinto tanto quanto Nole Djokovic. A 36 anni il primo indicatore di cui tenere conto è il 12 - la distanza di anni che separa i due giocatori in campo e che può essere una delle chiavi che il norvegese può provare a sfruttare allungando la partita, magari arrivando anche al quinto set (se resiste) in modo da capire se Nole riesce a essere per davvero così “eterno” ed etereo come apparso in queste due settimane. I favori del pronostico comunque non possono che pendere dalla parte del campione serbo, staremo a vedere se e come cambieranno le cose.

I precedenti tra Djokovic e Ruud: nei testa a testa ha sempre vinto Nole

Dicevamo dei dati: quattro gli scontri diretti tra i due tennisti e nei precedenti ha sempre vinto Djokovic con discreta facilità - tutte partite da due set su tre e mai arrivate in uno Slam, che in parte potrebbe sparigliare le carte. Una caratteristica: tutte e quattro le gare tra i due finora si erano sempre disputate in Italia. Il primo incrocio è arrivato nel 2020, a Roma, al Masters 1000 del Foro Italico dominato da Nole, che poi fece il bis a Torino l’anno dopo, prima di scendere in campo per una doppia sfida con Ruud nel 2022 in entrambi i prestigiosi tornei disputati nel nostro Paese. 

I dati e le statistiche impietose del confronto tra Djokovic e Ruud

Per questione di longevità e di resa, Djokovic resta inavvicinabile per titoli in carriera: sono 93 quelli conquistati dal campione serbo, mentre Ruud (che ha iniziato 12 anni dopo) è ancora fermo a 10 e sogna di conquistare lo Slam parigino che invece Nole ha già messo in bacheca. Non solo: il totale montepremi conquistato da Djokovic supera i 167 milioni di dollari e farà un ulteriore balzo in avanti anche in caso di sconfitta. Quello a cui guarda però Nole è una vittoria che lo lancerebbe ancora di più nella storia del tennis. Ruud è avvisato: l’eterno campione non vuole fermarsi sul più bello.

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