Tre anni fa sarebbe stato complicato generare interesse con un articolo del genere, cinque invece si sarebbe fatta una grande fatica a stilare una lista che andasse oltre il nome di Fabio Fognini. Oggi invece, nel momento di massimo splendore degli ultimi 60 anni del tennis maschile azzurro, si è costretti a tenere fuori diversi talenti promettenti quando si parla dei tennisti italiani più forti e competitivi del momento. Una vera e propria accademia piena zeppa di giovani di prospettiva, giocatori maturi ma ancora in grado di dire la loro e atleti nel pieno della loro fase ascendente: campioni affermati, in grado di raggiungere traguardi mai toccati prima dal nostro tennis, come la finale di Wimbledon e con l’ambizione di rendere normale il fatto che ogni domenica - o al massimo ogni due settimane - ci sia un azzurro in finale in qualche torneo in giro per il momento. Il movimento tennistico italiano è il più vincente (e quello con maggior prospettiva) in questo 2021, anche per quanto riguarda le scommesse sul tennis*: il merito? Soprattutto dei giocatori di cui andiamo brevemente a parlare di seguito (facendo riferimento alla classifica della settimana post Wimbledon, dal 12 al 18 luglio).

1) Matteo Berrettini, n°8 del ranking ATP (5488 punti)

Non si può non partire da lui, dal primo italiano che è riuscito a conquistare la prima finale di Wimbledon nella storia del tennis azzurro: Matteo Berrettini ha trovato continuità nei risultati dopo aver messo a posto il suo rovescio, nobilitando così ancor di più il suo dritto e un servizio micidiale sulle superfici veloci. Una combinazione letale per qualsiasi tipo di avversario, tranne che per il numero uno al mondo Nole Djokovic - unico in grado di non andare sotto nei turni in risposta. Berrettini però a 25 anni sa bene che il tempo è tutto dalla sua parte: nell’era del tramonto dei giganti del tennis che hanno monopolizzato questo sport per 15 anni, stanno per aprirsi delle grandi opportunità per le nuove leve. E in pochi possono dirsi ad oggi al suo livello.

2) Jannik Sinner, n°23 del ranking ATP (2320 punti)

Il secondo volto - almeno per il momento - del movimento tennistico azzurro è quello di Jannik Sinner che a 19 anni ha già scalato le gerarchie con grande anticipo sugli altri, perdendo contro i top-10 con cui si è incrociato finora, ma dimostrando enormi margini di miglioramento. Il servizio è da sistemare, i colpi forti vanno cavalcati di più, così come la capacità di restare mentalmente in partita: a Sinner però non manca davvero nulla per competere ad alto livello, con una differenza fondamentale rispetto a chiunque lo circondi - l’età, visto che di solito non si è così forti e così pronti a 19 anni. Per lui davvero non sembrano esserci potenzialmente dei limiti.

3) Lorenzo Sonego, n°26 del ranking ATP (2208 punti)

A dimostrazione di come l’intero movimento sia in fase di maturazione, basta guardare alla storia di Lorenzo Sonego - cresciuto al fianco di compagni più o meno giovani di lui, ma arrivato a 26 anni a giocare testa a testa con merito una semifinale a Roma contro Nole Djokovic. Le serata di metà maggio davanti al pubblico del Foro Italico (almeno fino alle 22) sono state la sublimazione di uno dei tanti momenti da ricordare vissuti dal tennis italiano negli ultimi sei mesi: il risultato è che anche Sonego è diventato a tutti gli effetti un giocatore che, se in giornata, può giocarsela alla pari contro chiunque. Anche con i più grandi, con la sfrontatezza e la voglia di non mollare mai.

4) Fabio Fognini, n°31 del ranking ATP (1868 punti)

Incredibile a dirsi (e forse anche da immaginare), ma Fabio Fognini - che a 34 anni sta scrivendo gli ultimi capitoli di una super carriera - è scivolato addirittura al quarto posto nel ranking ATP tra gli atleti azzurri (con altri alle sue spalle pronti a passargli davanti nel prossimo futuro). Fognini è stato il primo a ridare slancio al tennis maschile azzurro, vero portabandiera del movimento nell’ultimo decennio e in parte precursore quando nel luglio 2019 si issò fino al 9° posto al mondo. Quella fu celebrata come un’impresa, oggi abbiamo Berrettini all’ottavo posto e sembra quasi la normalità: quanto è cambiata la prospettiva nel giro di pochi mesi.

5) Lorenzo Musetti, n°62 del ranking ATP (1106 punti)

È talmente giovane che a Wimbledon ha avuto problemi ed è uscito al primo turno sia perché il sorteggio non è stato favorevole (incrociando Hurkacz, arrivato poi fino in semifinale contro il nostro Berrettini), sia perché ha dovuto sottrarre un bel po’ di tempo agli allenamenti per studiare per la maturità. Sì, si è diplomato qualche settimana fa. A maggio infatti era stato impegnato una decina di giorni a Parigi, arrivando fino agli ottavi di finale al Roland Garros contro Nole Djokovic - il cattivo di questa storia, che ogni volta spunta fuori dal nulla e batte i nostri azzurri - dimostrando come a 18 anni grazie al suo talento si poteva andare avanti 2-0 nel conto dei set anche contro un campione con il serbo. Musetti è il talento più intrigante, quello di cui davvero diventa difficile pronosticare un limite: al momento sembra non averne e l’importante è impedire che se ne ponga lungo il suo percorso di crescita.

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