Il vento della novità. E’ questa sicuramente la frase emblematica che caratterizza l’edizione 2019 del Matchplay. Novità composta dai debuttanti che non hanno assolutamente sfigurato, ma novità composta anche da giocatori ormai consolidati che però hanno intrapreso per la prima volta una splendida strada in questa competizione. Ma andiamo a vedere nel dettaglio come sono andate le sfide che si sono giocate tra giovedì e venerdì, ricordando che si gioca al meglio ei 31 legs.

Michael Smith 16-11 Mervyn King

Prima semifinale in carriera al Winter Gardens per Bully Boy. Il numero 6 del mondo sfrutta il calo psicologico di un King che ha disputato un ottimo torneo portandosi a casa scalpi di un certo livello come quello di Aspinall e quello di Anderson. L’inizio della partita è scoppiettante con un 137 out di Smith al primo leg, e la risposta pronta al 140 del giocatore di Ispwich. Bully Boy però allunga sul 5-1 e la prima sosta nonostante il rientro di King lo vede sempre avanti. Dopo la pausa The King rientra con molta grinta e riesce a pareggiare i conti sul 7-7, si va incontro a molto equilibrio fino all’11-12 a favore di King dopo un leg in 29 frecce con ben 22 dardi sbagliati sul D1 da entrambi gli arcieri. Dopo questo break il buio incombe su Mervyn che non vince più un leg e consegna la semifinale a Smith che chiude con un 95 di media e un 37% in doppia rovinato dal quel leg disastroso. Avevamo avuto un assaggio della maturità di Smith durante il Mondiale, ora vedremo se questa condizione verrà mantenuta da un giocatore sicuramente molto talentuoso come l’inglese.

Glenn Durrant 16- 7 James Wade

Ci eravamo sbilanciati su questa sfida, ma alla fine abbiamo avuto ragione. Un incredibile Duzza raggiunge, da debuttante, la semifinale del World Matchplay giocando, per l’ennesima volta, in un modo incredibile. Parte bene Wade che si porta velocemente sul 4-3 con due checkout sopra la tonnellata: 101 e 114. Ma questa partenza sprint è esclusivamente un fuoco di paglia perché da quel momento inizia il vero e proprio incubo per The Machine. Un parziale di 13-3 condanna definitivamente il numero 8 del mondo a un’eliminazione davvero brutta. Mai in partita, completamente disorientato, forse anche con qualche sofferenza maggiore a causa del suo problema di bipolarismo, Wade chiude con un pessimo 88 di media e un 35% in doppia. Vola invece sulle ali dell’entusiasmo Durrant che lascia giusto qualche briciola a The Machine e oltre a distruggere ogni certezza dell’avversario in pedana si permette di vincere il match con una chiusura al 137. Conclude il match al 93 di media con il 40% in doppia, ma questa fiaba continua a sorprendere.

Rob Cross 16-14 Stephen Bunting

Bellissima partita quella tra questi due talenti inglesi che ha infiammato il Winter Gardens e ha regalato tantissime emozioni al pubblico di Blackpool. Match molto equilibrato fino alla prima pausa che vede Cross in vantaggio 3-2, legs molto lunghi e poche fiammate. Si riprende sempre con un The Voltage a comandare il match che si porta addirittura sul 9-4 con una chiusura Big Fish, dal 170. Bunting a questo punto reagisce, e facendolo molto bene, recupera 3 legs in fila e regala una sfida combattuta al pubblico, si arriva alla seconda sosta sul 10-10, con Cross che chiude nuovamente sopra la tonnellata da 116, ma The Bullet che lo brucia in doppia nel momento del bisogno. La partita rimane molto tesa, ogni freccia pesa un macigno, gli angoli esplodono ad ogni chiusura e l’equilibrio regna sovrano fino al 14-14. Poi il numero 2 del mondo chiude un leg in 11 freccette, taglia le gambe a Bunting, e gli ruba il servizio per regalarsi la prima semifinale al World Matchplay.La sfida si chiude con un Cross al 101 di media, tredici 180, il 39 % in doppia e la chiusura più alta del torneo; bene anche Bunting che onora la competizione, uscendo a testa alta con un 96 di media e un 44% in doppia.

Peter Wright 13-16 Daryl Gurney

La partita senza dubbio più bella del torneo, che regala una sfida titanica tra due splendidi giocatori, e dimostra nuovamente che Snakebite quando il gioco si fa duro trema sempre un po’ troppo. Medie stellari, Wright chiude con un 104 e Gurney con un 102, ben 21 massimi in tutto il match, 124 out la chiusura più alta, ma in questa partita si è giocata a livelli altissimi. Parte meglio Superchin che si porta in vantaggio sul 2-3 alla prima sosta, vantaggio che non dura molto perché Wright ha sempre dimostrato di partire lentamente per poi risalire e pareggiare i conti. Equilibrio che domina il match ampiamente fino al 7-7. Poi una fiammata di Gurney rischia di indirizzare la partita ma Snakebite è bravo a chiudere in 15, 18 e 10 per portarsi sul 10 pari. Si lotta ad armi pari fino al 13-13 che sancisce il morso definitivo del nordirlandese ai danni dello scozzese, tre legs in fila, che regalano a Blackpool il quarto semifinalista debuttante, in un torneo che come ogni anno è simbolo di freschezza e novità.

 

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