Altre sorprese, altre splendide partite in un torneo che come ogni anno conferma il livello altissimo. Escono MVG ed Anderson, ma vi avevamo avvisato, ma soprattutto ci sono dei debuttanti che stanno facendo sfracelli. Ma andiamo a vedere nel dettaglio come sono andate le sfide di questi ottavi di finale.

Michael Smith 12-10 Max Hopp

Hopp è un giocatore pericoloso e ne abbiamo avuto la conferma anche in questa serata al Winter Gardens. Sfida bella ed equilibrata quella tra lui e Bully Boy con buone medie e continui breaks. Parte forte il teutonico portandosi sul 4-1, forse l’emozione o forse uno Smith che ha iniziato a giocare ed il risultato si è ribaltato sul 6-4 per l’inglese con un 130 out in un momento di grossa difficoltà. E’ poi prevalso l’equilibrio fino al 10 pari quando Bully Boy velenoso come sempre ha messo a segno un break in 15 e poi ha portato a casa il match. 96 di media per il numero 6 al mondo che, come al solito, ha avuto problemi in doppia giocando sotto il 35%; buon torneo di Maximizer che si porta a casa una bellissima esperienza e l’ennesima certezza di poter competere con i migliori.

James Wade 13-11 Mensur Suljovic

Si mangerà sicuramente tutte le dita disponibili Mensur Suljovic. In una partita governata dall’equilibrio l’austriaco dopo la sosta pubblicitaria era riuscito a rubare il servizio per ben due volte a Wade portandosi così sul 5-8. Come ogni giocatore di freccette però non aveva fatto i conti con la determinazione e la costanza di The Machine, che ha restituito pan per focaccia, il break positivo di The Gentle portando la partita sul punteggio di 8 pari. Altri sei legs a scambiarsi la testa della corsa per poi arrivare agli ultimi due in cui le frecce erano pesanti e solo l’esperienza di The Machine ha permesso all’inglese di portarsi a casa un match complicato. Esce il runner-up della scorsa edizione, e un po’ dispiace perché Mensur è sempre un uomo molto apprezzato, pesa però sul risultato finale il suo 11/32 in doppia. Bene Wade invece con un 93 di media, un 141 come top out, e un 43,33% in chiusura.

Gary Anderson 8-11 Mervyn King

La prima sorpresa della serata arriva da una vecchia volpe come King. Avevamo detto che King è pericoloso; siete ormai a conoscenza delle grosse difficoltà di Anderson a recuperare dall’infortunio alla schiena; il risultato è necessariamente questo. Parte subito forte l’inglese andando velocemente sul 6-3 con un 122 out. Anderson accusa il colpo ma reagisce ribaltando il risultato portandolo sul 7-6. Equilibrio totale fino al 17esimo leg quando King inizia la sua scalata verso una vittoria più che meritata. 94.88 di media, ben due chiusure sopra la tonnellata e uno splendido 55% in chiusura che gli permette di meritarsi la standing ovation del pubblico di Blackpool.

Michael Van Gerwen 11-13 Glenn Durrant

La partita più bella sicuramente della serata, con un tasso di emozioni altissime e uno dei Giant Killing più insperati di tutto il torneo. Duzza, ricordiamo al primo anno in PDC, merita assolutamente la qualificazione giocando al 99.33 di media e chiudendo il match con uno splendido 43.33% in doppia, soffre invece l’olandese che chiude con un 40.74% in chiusura nonostante un meraviglioso 134 out. Partita in equilibrio fino alla sosta, a cui si va sul punteggio di 4-6 per lo scozzese. Al rientro Durrant ruba il servizio ma poi il numero uno del mondo riesce a recuperare portandosi sull’8-8. Una serie di breaks alterna i giocatori al comando, fino quando Durrant chiude un 84 per l’11-12 e poi tiene le frecce non senza spaventarsi per portarsi a casa i quarti di finale.

Daryl Gurney 11-9 Keegan Brown

Partita non esaltante quella tra il nordirlandese e il britannico. Tanti errori in doppia, finisce con il 30% Superchin mentre con il 29% Brown, medie non da urlo, e una partita veramente lenta. Parte meglio con Gurney che nei primi legs sembra avere il match in mano visto che chiude un 109 e poi in 10 frecce per portarsi sul 5-2. Brown si rifà sotto ed è molto bravo a non mollare e porta la sfida sull’8-7. Qualche piccola sbavatura gli fa perdere il servizio e regala anche il match point a Gurney, che si spaventa però, lo abbiamo detto soffre la pressione, e rischia di far rimontare nuovamente il giocatore in rosa, che riesce ad avvicinarsi fino al 10-9 ma poi capitola.

Stephen Bunting 14-12 Ian White

Ennesimo psicodramma della carriera di Ian White. The Diamond nel momento emblematico della partita sbaglia 5 match darts che gli avrebbero regalato i quarti di finale del Matchplay. La partita è equilibrata nei primi sei legs, i giocatori scendono dello stesso passo e sono decisamente incisivi in doppia; poi White decide di alzare il ritmo e rapidamente si porta sul 3-6, Bunting non riesce a reagire immediatamente e permette al numero 10 del mondo di allungare ulteriormente sul 5-9. The Bullet alza allora il suo livello di gioco e accorcia notevolmente fino all’8-9, momento in cui White perde la testa. 5 frecce sbagliate al D16 una delle doppie più amate dall’inglese. Tutto questo va a favore di Bunting che cavalca l’onda e porta il match al Tie Break. Sul 12 pari l’arciere con le frecce più leggere del pianeta ruba il servizio e poi fa male nuovamente, portandosi a casa il match. Emblematico il 27,91% di White in chiusura che giocando così merita l’eliminazione.

Rob Cross 11-5 Krysztof Ratajski

Partita che sulla carta doveva essere facile per The Voltage che però ha iniziato decisamente con uno spavento. 2-0 pronti via per il polacco che fa un break con un 160 out, si avete capito bene. Doppia sberla e doccia fredda per l’inglese che da quel momento decide di imporre il proprio gioco. In men che non si dica Cross chiude ben 5 breaks consecutivi per portarsi sul 9-2 e ipotecare il passaggio del turno, tra questi furti di servizio ce n’è uno splendido con un 124 out. The Voltage controlla poi facilmente la partita, facendo scaricare la tensione a un Ratajski che aveva alzato la sua media di sei punti, ma che sulla strada ha trovato un vero campione con in testa un solo obiettivo. Chiude con un 98 di media Cross e un 58% in chiusura. Numeri da fenomeno.

Peter Wright 11-2 Simon Whitlock

Il frecciarossa Milano-Roma quando passa è meno veloce della vittoria di Wright su Whitlock. Incredibile prestazione di Snakebite che schiaccia totalmente un The Wizard che probabilmente è ancora sulla pedana del Winter Gardens. 9-1 in men che non si dica, con un 170 out strepitoso, e un media da brividi al 103. L’australiano non ha nemmeno il tempo di capire cosa stia succedendo in pedana, fa un break decisamente proibitivo con una chiusura al 120, ma poi subisce di nuova l’onda scozzese che chiude il match con un leg in 10 frecce sfiorando le 9. Peter Wright inizia a mandare i segnali, ma la domanda vera è: reggerà in questo modo tutto il torneo?

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