Abituarsi ai record vorrebbe dire smettere di giocare, non essere più il cannibale in grado di colpire in ogni situazione, l’attaccante che ormai da anni non ha rivali in Europa e nel mondo per continuità di resa, rendimento e talento. Robert Lewandowski è da tempo il miglior bomber in circolazione e contro il Furth lo scorso 24 settembre ha visto interrompersi - in maniera inaspettata - una striscia di 19 partite in cui aveva sempre trovato il fondo della rete almeno una volta. La squadra fanalino di coda della Bundesliga è stata travolta dal carro armato Bayern Monaco, guidato per una volta dalle reti di Muller, Kimmich e da un autogol - capace di imporsi in trasferta per 3-1 nonostante l’uomo in meno in tutto il secondo tempo. La giornata perfetta, l’ennesima per un Bayern che non smette di vincere in Germania, se non fosse per il gol mancante di Lewandowski - che non veniva meno all’appuntamento dallo scorso 15 febbraio. Già: sette mesi sempre in gol, qualcosa di vertiginoso. Di impensabile, a meno di non chiamarsi Lewandowski.

Ben 30 gol in 19 partite in fila: il Bayern parte sempre 1-0 quando c’è Lewandowski

A fare il conto delle reti realizzate, sembra di parlare di un’intera squadra e non di un solo attaccante: il bomber polacco infatti ha siglato 30 gol in 19 partite, distribuendoli in ognuna delle competizioni che via via si è ritrovato ad affrontare. Sono 24 in Bundesliga, quattro in Champions League e un paio di Supercoppa di Germania. La frase è troppo comoda per non essere pronunciata: il Bayern Monaco parte sempre 1-0 se in campo c’è Lewandowski. Una vena realizzativa che ormai lo ha portato a spodestare uno dei più grandi attaccanti non solo della storia del Bayern, ma del calcio europeo come Gerd Muller. Il campione polacco infatti prima è diventato il realizzatore più prolifico in una singola stagione nella Bundesliga (superando un record fissato 49 anni fa), poi gli ha tolto anche il primato con la striscia di match consecutivi a segno con la maglia della squadra di Monaco.

Altro che “fattore Germania”: Lewandowski punisce sempre anche in Champions

A chi contesta e obietta che il rendimento del bomber polacco sia legato alla scarsa competitività del campionato tedesco, a una minore resa delle difese e soprattutto a una sproporzione di forza tra il Bayern Monaco e il resto delle avversarie, sfugge però la capacità realizzativa mostrata da Lewandowski sul più importante palcoscenico europeo: la Champions League. Una competizione nella cui storia ormai è dietro soltanto a due mostri sacri come Cristiano Ronaldo e Lionel Messi per numero di gol, avendo però segnato più di tutti nelle ultime quattro stagioni di Champions (30 reti, nessuno come lui) e avendo dato un’accelerata preoccupante per tutte le squadre che di volta in volta ritrovano sul proprio cammino il Bayern Monaco. Un dato su tutti: ultime 34 partite in Champions, 33 gol segnati. Sì, dato senza refuso. Tutte le altre big d’Europa sono avvisate.

Le 19 gare in fila non bastano: il record resta di Leo Messi, a quota 21

Il passaggio a vuoto contro il Furth dunque ha impedito a Lewandowski di raggiungere Lionel Messi, che resta il recordman per gol in partite consecutive (giunto a quota 21 nel 2012/13). Quando si parla dell’attaccante polacco però, tutti ricordano ad esempio i suoi cinque gol in nove minuti come il simbolo di voracità a talento, oltre che come emblema della sua capacità di prendere ogni tipo di record relativo a continuità sotto porta e frantumarlo a proprio piacimento. Le centinaia di gol segnati con il Bayern regalano di volta in volta l’opportunità di stilare decine di classifiche in cui la costante resta sempre la stessa: al primo posto, Robert Lewandowski. Sempre lui, già a lavoro per regalarsi altri record e altri primati. In fondo, fino a quando ci sarà la possibilità di alzare l’asticella, il bomber della squadra di Monaco non perderà occasione per farlo.

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