Per la prima volta nella sua storia la Serie A* ha osservato, studiato e premiato i migliori profili del campionato, vale a dire quelli che, alla lunga, hanno dominato nei rispettivi ruoli rappresentando un sostanziale valore aggiunto per i propri compagni e per la propria squadra, nel complesso:
Samir Handanovic, Kalidou Koulibaly, Sergej Milinkovic-Savic, Fabio Quagliarella, Nicolò Zaniolo, Cristiano Ronaldo.
La lista include un solo giocatore per ruolo, più il miglior giovane ed un MVP, o meglio, l’MVP considerata la scelta.

MVP: Cristiano Ronaldo

Se il conferimento di premi individuali rappresenta di per sé una novità effettiva, come concetto, per la massima divisione italiana, non si può dire lo stesso per il “nostro” Most Valuable Player: Cristiano Ronaldo.
Il percorso del fenomeno portoghese, all’esordio sul suolo italiano, ha attraversato fasi e situazioni altalenanti, alcune delle quali per certi versi atipiche, perlomeno agli occhi di chi non aveva ancora avuto il piacere di godersi tanto talento per un’intera stagione.
Procedendo per ordine possiamo affermare con certezza che chi si aspettava una sua partenza col botto sarà rimasto sicuramente deluso: le prime partite di CR7 hanno infatti messo in mostra tutto il suo genio e la sua fame di gol, qualità eccelse nonostante le quali però l’asso della Juventus non è riuscito a timbrare il cartellino per tre giornate consecutive. La svolta è arrivata alla quarta gara contro il Sassuolo, a modo suo con una doppietta, il minimo indispensabile per tappare la bocca ai tanti che credevano o forse speravano in un fallimento totale. Da lì in poi un’escalation di prestazioni sontuose, condite di assist e reti (alla fine saranno rispettivamente 8 e 21 ad una giornata dal termine della Serie A) che hanno poi trovato conferme in Champions League: emblematica la tripletta contro l’Atletico Madrid che aveva momentaneamente tenuto a galla la stagione europea della Juventus.
Più che per i numeri e le statistiche, la vera garanzia (perché di scoperta non si tratta) è stata la costanza in termini di rendimento, mentalità, atteggiamento. Cristiano ha dimostrato tutta la sua professionalità nell’arco di questa stagione, nonostante siano stati tanti gli episodi che avrebbero potuto ostacolare la sua serenità sul campo da gioco e non solo. Prestazione dunque da primo della classe, connubio di teoria e pratica che trova giusto riconoscimento nel titolo di MVP.

Miglior Giovane: Nicolò Zaniolo

Giovane, ma non troppo. Nicolò Zaniolo classe ’99 è stata la vera sorpresa di questo campionato. La sua stagione ha seguito un percorso parallelo a quello della sua Roma, anzi per certi tratti ne è stato il riflesso, il che forse ne riduce l’impatto nel complesso ma di sicuro aumenta il carico di aspettative per l’anno prossimo. Arrivato dall’Inter in punta di piedi sotto forma di pacchetto-regalo, una sorta di contentino per la cessione di Nainggolan, ha saputo aspettare il momento adatto per mettere in mostra il suo talento. Vero anche che a lanciarlo è stato Eusebio Di Francesco, uno con cui era facile condividere una politica manageriale che valorizzasse i giovani; vero è tuttavia che nessuno si sarebbe aspettato di vederlo esordire in Champions League, al Santiago Bernabeu, contro il Real Madrid. È stato questo il momento in cui molto probabilmente non solo l’Italia ma Zaniolo stesso si è reso conto di poter competere coi grandi. D’altronde, a prescindere dalle qualità tecniche, la specifica rilevante del centrocampista è stata proprio la capacità di gestire con esperienza i diversi momenti di gara. Miglior giovane con merito indubbiamente, ma la sensazione è che non si ripeterà perché presto sarà tra i grandi.

Miglior Attaccante: Fabio Quagliarella

Chi invece tra i grandi c’è (e da un po’) è Fabio Quagliarella, ultimo baluardo di un calcio, quello italiano, che quest’anno saluterà grandi campioni come Andrea Barzagli e Sergio Pellissier. Di certo ciò che ha impressionato non è stata la sua presenza in Serie A, intesa nel senso fisico del termine, quanto più la modalità secondo cui l’eterno bomber della Samp ha saputo imporsi nell’arco di questa stagione. I numeri, stavolta sì, trovano uno spazio fondamentale all’interno dell’analisi totale della sua stagione: 26 reti (e 8 assist) che tradotto vuol dire titolo di capocannoniere. Eterno, lo ripetiamo, ma con un protagonismo a cui non eravamo abituati; Fabio Quagliarella ha incarnato i valori del calcio in toto e silenziosamente, nel trambusto mediatico e non che porta il nome di CR7, ha incantato Marassi regalando alla Samp una stagione indimenticabile nonostante la loro classifica non abbia raccontato nulla di nuovo.

Miglior Centrocampista: Sergej Milinkovic-Savic

Il serbo della Lazio rappresenta forse l’unico rebus all’interno di questa speciale classifica. Ad onor del vero, l’intera stagione del centrocampista biancoceleste può considerarsi enigmatica, fatta di ampie pause e brevi scorci di talento. Non è stata la sua miglior stagione, inutile nasconderlo quando lo gridano a gran voce anche le statistiche; tuttavia possiamo definirla senza alcun dubbio la stagione in cui è stato più decisivo per la sua Lazio. Su tutte ovviamente la zuccata vincente in finale di Coppa Italia che è valsa vittoria, trofeo ed Europa League. Ringrazia Simone Inzaghi anche se, a dirla tutta, l’affetto e la stima sarebbero reciproche se consideriamo che l’allenatore ha sempre creduto in lui, dandogli fiducia anche nei momenti bui.

Miglior Difensore: Kalidou Koulibaly

Riduttivo definirlo migliore, riduttivo definirlo difensore. Kalidou Koulibaly è la stella del Napoli, soprattutto di quello di quest’anno che ha vissuto di squilli e vampate dei suoi talenti, tutte però caratterizzate da una discontinuità che è poi la sfumatura cruciale se si vuole fare la differenza. Così non è stato per il difensore senegalese, anzi granitico dalla prima all’ultima giornata, perfetto e pulito in ogni chiusura, qualità tecniche a cui si aggiungono quelle morali: personalità da top player, grinta di chi gioca solo per vincere. La stessa grinta che gli si è rivolta contro in una sola occasione, a San Siro con l’Inter, quando ha ceduto dinanzi ai fischi e agli ululati dello stadio facendosi espellere. Una macchia sì, che però va via veloce, sgrassata dagli interventi del miglior difensore d’Italia e forse perché no, d’Europa.

Miglior Portiere: Samir Handanovic

Miglior portiere della Serie A, migliore e basta dell’Inter. Ancora una volta il portierone sloveno ha dovuto affrontare una stagione difficile per la sua squadra, nonostante la classifica dia ancora lustro e decoro ai nerazzurri. Lungi dal voler sminuire il suo conferimento, va detto che addetti ai lavori e non, ci hanno un po’ fatto l’abitudine; tante forse troppe le occasioni in cui Handanovic ha dovuto fare gli straordinari per tenere in piedi la Beneamata non solo in questa stagione ma anche nelle altre. In particolare al girone di andata contava 10 clean sheet su 19, un record che lo poneva in cima ai migliori portieri in assoluto dietro soltanto ad Alisson del Liverpool. Ha chiuso poi a 17 su 37, migliore in assoluto in Serie A, un modo carino per rinfacciare le accuse per le, seppur poche, sbavature di quest’anno. Una stagione da protagonista dunque, nonostante il termine non gli si addica, culminata con la fascia di capitano, questa sì, degna del suo valore.

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