Avete presente la facilità con cui si dice e soprattutto scrive ‘all’improvviso, il genio’? È un po’ il discorso del vecchio ‘al lupo, al lupo’, ma a rovescio: a furia di dare etichette di genialità a qualsiasi battutina o gioco di parole, la genialità vera sfugge e rischia di non essere riconosciuta. Genialità magari malata come quella di chi ha il tempo, l’idea e la voglia di andare a controllare quante volte in circa 150 anni di storia si siano affrontati due lanciatori partenti chiamati Cole. La risposta fino a oggi era, sorprendentemente, zero, considerando che Cole non è un nome di battesimo particolarmente raro. Stasera crolla quel muro, quando Cole Hamels dei Chicago Cubs sfida Cole Irvin dei Philadephia Phillies, un duello che è alla pari solo dal punto di vista onomastico e delle… braccia, visto che entrambi sono mancini. Hamels infatti ha 35 anni, gioca nel MLB dal 2006 ed è stato anche Mvp della World Serie nel 2008, mentre Irvin ha 25 anni ed è alla terza partenza da titolare della sua carriera. Naturalmente, l’elemento aggiuntivo è che Hamels quella World Series e quel titolo di Mvp, alla fine di playoff perfetti (4-0), li vinse proprio con Philadelphia, in cinque partite. Ed è la sua prima partenza contro i Phillies dal momento della sua partenza, nel 2015.

Genio, ma del male, quello di Robinson Canò, arrivato quest’anno ai New York Mets su… caldo invito della sua ex squadra, Seattle, che per non averlo più e ricostruire ha acconsentito a pagarli una buona parte dello stipendio (20 milioni). Canò è stato al centro di una diatriba nei giorni scorsi, quando per due volte non si è messo a correre verso la prima base dopo uno strikeout. Secondo le regole, se si va strikeout ma il catcher non riesce a tenere la pallina si può ugualmente provare ad andare verso la prima base, guadagnandola se il catcher stesso non tira la pallina verso il prima base in tempo. Il problema è che Canò nemmeno ci ha provato e l’inning è finito con il doppio gioco, perché ovviamente il corridore che era in prima base è partito verso la seconda ma è stato eliminato dal facile tiro del catcher, che non doveva preoccuparsi di un Canò immobile: dopo, prima ancora di essere interpellato, il giocatore si è scusato dicendo che il tabellone mostrava già due eliminati e dunque non avrebbe avuto alcun esito una corsa disperata verso il cuscino di prima. Nell’altro caso, invece, Canò aveva battuto debolmente verso il lanciatore, che aveva girato il doppio gioco tirando in seconda. In nessuna delle due circostanze uno sforzo reale del seconda base lo avrebbe fatto arrivare salvo in prima, ma l’impressione data è stata pessima, è stata quella di un giocatore non disposto a uno sforzo supplementare. E, per ironia del destino e del baseball, ieri sera poi i Mets hanno battuto i Nationals grazie proprio allo sforzo di un giocatore, Nick Rosario: 5-5, ultimo inning, due eliminati, uomini in seconda e terza base, Rosario batte un singolo rimbalzante verso l’interbase Trea Turner che prova immediatamente l’assistenza verso la prima, ma Rosario arriva un’attimo prima della palla, è dunque salvo e dalla terza base Adeiny Echavarria segna il punto della vittoria. Tempo di corsa da casa base a prima base: 4”03. Rosario ha dimostrato cosa voglia dire dare tutto, una sorta di lezione a Canò: tu intanto corri più veloce che puoi, magari quel mezzo passo in più è quello che decide la partita perché non sai mai cosa può accadere. Ieri, ad esempio Turner dopo un iniziale movimento in avanti ha aspettato che il rimbalzo della battuta fosse completo, prima di tirare in prima; e mentre di apprestavaa farlo si è trovato davanti Jeff McNeil, partito dalla seconda e rimasto a metà strada quasi ad ostacolargli la visuale. Una vittoria molto utile per i Mets dopo cinque sconfitte di fila, le polemiche per Canò e le voci di un imminente allontanamento del manager Micky Calloway, ma la New York blu-arancio resta imprevedibile e, per questo, pericolosa.

Attenzione in questi giorni alla serie tra Los Angeles Dodgers e Tampa Bay Rays, a Tampa. I Dodgers hanno vinto la prima appoggiandosi a Clayton Kershaw, ma la forza della squadra del manager Dave Roberts viene messa alla prova da un’avversaria che da poco è stata scavalcata dai New York Yankees nella classifica della American League East ma ha buone possibilità di playoff se saprà resistere alla rimonta dei Boston Red Sox. il duello di questa notte è tra Ryne Stanek e Rich Hill, e servirà ai Rays per capire esattamente quale sia la loro posizione nella graduatoria di talento della MLB attuale. Con tutto ciò, Dodgers favoriti, come quasi sempre in questa stagione.

 

FENOMENI. Una cosa è pressoché certa quando si pensa ai Baltimore Orioles: concedono fuoricampo. Nelle serie con i New York Yankees gli Orioles hanno concesso 28 pepitoni, e in questa stagione ben 18 giocatori hanno spedito la pallina oltre la recinzione almeno due volte in una stessa partita, contro Baltimore. E gli Orioles sono stati la squadra più veloce della storia a raggiungere i 100 fuoricampo concessi, a una media di più di due a partita, in 48 gare, mentre ai Kansas City Royals del 2000 ce n’erano volute 57. L’attuale seconda è Seattle con 88, la terza Milwaukee con 72. E se vogliamo è più grave la posizione dei Brewers, che al contrario di Baltimore, Seattle e dei Chicago White Sox, subito dopo di loro in classifica, puntano a vincere il campionato. Quanto agli Orioles, il weekend è stato davvero deprimente per loro, per le sconfitte - quattro di fila, otto nelle ultime 10 - e per come sono arrivate, con errori di tiro sulle basi, occasioni sprecate e occasioni concesse sul più bello agli avversari. Fenomeni al contrario, con il 31,3% di vittorie però non sono neanche la peggior squadra della MLB, perché i Miami Marlins sono a 31,1%.

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