Più forte dell’asma, più forte dei pregiudizi

“Penso sia stato il miglior giocatore con cui abbia mai giocato”.

Esordirà così Gary Neville, ex difensore e bandiera dei Red Devils, in un’intervista al Quickly Kevin; Will he score?, quando gli chiederanno di Paul Scholes.

Ma inizialmente non la pensava esattamente così, anzi...

“Se mi avessero chiesto quale sarebbe stato il futuro di Scholes, avrei detto: Come può essere un giocatore da Man United? Era così piccolo, così leggero. Non aveva grande energia. Non aveva forza. Lo si poteva buttare giù facilmente perché era davvero leggero. Aveva l’asma. Non poteva davvero correre molto. Non è mai stato veloce, e non ti avrebbe mai battuto per il ritmo. Guardavi gli altri giocatori e pensavi che Scholes non aveva le qualità fisiche per fare il calciatore”.

E la pensavano così anche i suoi allenatori nelle giovanili che, pur riconoscendone doti tattiche e tecniche, non prendevano quasi mai in considerazione il giovane rosso per un’eventuale titolarità... 

“Anche nelle giovanili non ha giocato molte partite - continua Neville - Anzi, neppure era considerato. Nel primo anno, nel 1992, non era sceso in campo manco una volta”.

Sì, perché a scoprire lui e i gemelli Neville fu Brian Kidd, in un torneo delle parrocchie: i tre giocavano per la Boundary Park, società nei pressi di Salford. L’allenatore dello United, braccio destro di Sir Alex Ferguson,

dopo averli notati li portò immediatamente nelle giovanili dei red devils, anche se, come ricordato da Neville, inizialmente Paul Scholes ebbe molte difficoltà.

Poi però succede qualcosa nella testa del giovane Paul...

“Smise improvvisamente di bere birra e di mangiare torte il venerdì: nel giro di due/tre anni cambiò completamente. Così la società iniziò a vederlo come un vero calciatore. Bryan Kidd già lo adorava, poi iniziò anche Ferguson: non ci poteva credere quando lo vide la prima volta... Nel giro di pochi mesi passò da essere senza forze e senza fiato, a quello che correva più di tutti; nel giro di pochi anni al più forte di tutti...”

E come dare torto al buon Neville.

Paul Scholes è ritenuto quasi all’unanimità uno dei centrocampisti centrali più forti della propria generazione, e non solo in Inghilterra, nonostante abbia dovuto convivere con una fastidiosa asma per tutta la sua carriera.

Lanci di settanta metri con una facilità disarmante, bordate dai trenta con un’eleganza mai vista: tanta quantità, tanta qualità, tanta classe.

È stato per tutta la sua carriera perno e leader del leggendario Manchester United di Sir Alex Ferguson che, senza nasconderlo minimamente, stravedeva per lui (tanto da richiamarlo in un momento di necessità, anche quando aveva deciso di smettere).

Ha giocato quasi ottocento partite in carriera tra club e nazionale, ha segnato 169 gol. Centosessantanove gol, da centrocampista!

In diciannove stagioni con i Red Devils ha vinto 11 Premier League, 2 Champions League, 2 Coppe del mondo per club, 5 Charity Shield, 3 FA Cup e 2 Coppe di lega inglese.

L’unico neo forse della sua incredibile carriera, quella ‘maledetta’ nazionale inglese con cui ha vissuto l’epoca di una generazione fortissima, e che non è riuscita purtroppo a vincere nulla.

Ma anche senza vittorie, per il calcio inglese e per lo United Paul Scholes è senza ombra di dubbio uno dei migliori interpreti, uno dei più forti, uno dei più completi centrocampisti della storia.

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