Se si pensa al fatto che le prime reti da gioco sono state brevettate da un inglese di nome Walter Clopton Wingfield nel XIX secolo, il tennis in Inghilterra, dal 1874 ad oggi, salvo qualche caso isolato, non ha mai visto l’affermazione di grandi campioni. È il destino della nazione dall’altra parte della Manica, prolifica nell’invenzione degli sport ma non sempre poi all’altezza di interpretare al meglio e con grandi acuti a livello individuale le competizioni. Ad eccezione di Fred Perry, probabilmente fino ai giorni nostri l’unica grande icona del tennis inglese (da cui prende il nome del famoso marchio di abbigliamento sportivo da egli ideato) e Tim Henman, giocatore serve & volley nativo di Oxford, eterno semifinalista nelle prove del Grande Slam, la Gran Bretagna non ha mai brillato tennisticamente e non ha avuto alle spalle una tradizione tale da poter segnare pagine importanti nella storia di questo sport. Scopriamo quindi alcuni dei nomi - britannici - a cui guardare nella storia del tennis inglese.

Tennisti inglesi più forti di sempre: la top 3

  1. Fred Perry
  2. Tim Henman
  3. Andy Murray

Fred Perry

Nel tennis, vince il suo primo torneo del Grande Slam a soli 24 anni, negli US Championship a Forest Hills contro l'australiano Jack Crawford in cinque set (6-3, 11-13, 4-6, 6-0, 6-1). Il 1934 fu per Perry un anno eccezionale, con altri tre titoli del grande slam: a Sydney (Australian Championships) sempre contro Jack Crawford (6-3, 7-5, 6-1), Wimbledon (ancora battendo Jack Crawford: 6-3, 6-0, 7-5) e infine Forest Hills, superando lo statunitense Wilmer Allison (6-4, 6-3, 1-6, 8-6). Nel 1935 gli riuscì di vincere il Roland Garros e Wimbledon, entrambe le volte battendo Gottfried von Cramm. Il 1936 fu il suo ultimo anno tra i dilettanti, coronato con altri due titoli del grande slam, a Wimbledon contro Von Cramm con un punteggio impietoso (6-1, 6-1, 6-0) e allo US Championships contro il leggendario Don Budge, in un incontro estremamente lungo e combattuto, terminato 2-6, 6-2, 8-6, 1-6, 10-8. In totale, da dilettante, vinse otto titoli dei tornei maggiori. Nelle sue tre finali vittoriose consecutive di Wimbledon non perse neppure un set. Fu anche il primo giocatore a vincere tutti i quattro titoli del grande slam, anche se non nello stesso anno né consecutivamente. Nella sua carriera da professionista vinse una ventina di titoli, tra cui due agli US Pro Championships nel 1938 e nel 1941.

Tim Henman

Fin dall'anno del suo esordio sull'erba londinese (1994) Tim ha sempre dovuto sopportare l'enorme pressione del popolo inglese, che riponeva in lui le speranze di una vittoria nel prestigioso torneo di un tennista di casa. Nonostante questo ingombrante peso Henman è sempre riuscito ad offrire bellissime prestazioni a Wimbledon, il suo problema è che ha dovuto convivere nell'era dei giocatori più forti degli ultimi quindici anni: dapprima Pete Sampras, che lo ha fermato in semifinale nel 1998 e nel 1999, in seguito Roger Federer, che sull'erba inglese è stato indiscusso dominatore fino al 2007. Henman arrivò in semifinale anche nel 2001 e nel 2002, ma nella prima occasione fu battuto in un match più volte interrotto dalla pioggia da Goran Ivanišević, l'anno dopo a infrangere i suoi sogni e quelli di un popolo intero fu Lleyton Hewitt (sia Ivanisevic che Hewitt vinsero poi il torneo). Tim raggiunse i quarti di finale di Wimbledon in altre quattro occasioni (1996, 1997, 2003, 2004). 

Ha destato sorpresa nel 2004 il risultato ottenuto dal tennista inglese al Roland Garros, la cui superficie lenta non si addice al suo gioco d'attacco, dove ha raggiunto le semifinali. In quell'occasione si è dovuto arrendere alle soglie della finale in quattro combattuti set all'argentino Guillermo Coria, che poi avrebbe perso il torneo per mano di Gastón Gaudio. Sempre nel 2004 ha ulteriormente perfezionato il suo record negli Slam giungendo per la prima volta alle semifinali degli US Open, dove però fu sconfitto agevolmente da Roger Federer, che poi avrebbe vinto il torneo. Ha vinto in doppio per due volte il torneo di Montecarlo nonché la medaglia d'argento alle Olimpiadi di Atlanta 1996, in coppia con il connazionale Neil Broad. Il 23 agosto 2007 Henman ha annunciato il suo ritiro dalle competizioni dopo lo spareggio di coppa Davis con la Croazia del 21-23 settembre dello stesso anno.

Andy Murray

Poco dopo essere diventato il più giovane giocatore britannico a competere nella Coppa Davis, Murray ha fatto il suo debutto professionale nell'aprile 2005. Nel 2006, con il nuovo allenatore Brad Gilbert, Murray riuscì nell’impresa di battere Roger Federer nel torneo Cincinnati Masters. Sempre quell'anno, sconfisse Andy Roddick lungo il percorso per vincere il SAP Open, portando a casa il suo primo titolo ATP. Nel 2007, Murray ha conquistato un secondo SAP Open consecutivo e ha anche vinto l'Open di San Pietroburgo per entrare per la prima volta nella Top-10. Murray si è affermato all’attenzione del tennis mondiale quando ha sconfitto Rafael Nadal per raggiungere la finale degli Stati Uniti Open 2008, prima di perdere arrendersi contro Federer e diventare però a tutti gli effetti il “quarto incomodo” in un periodo di campioni assoluti nella storia del tennis. Basta guardare al palmares per capirne il peso, soprattutto considerando la grandezza degli avversari che ha dovuto affrontare: 725 partite vinte in carriera, 47 titoli, numero 1 al mondo, cinque volte finalista in Australia, una volta a Parigi, due vittorie a Wimbledon (le più apprezzate dagli inglesi) e una agli US Open americani nel 2012. Non solo, la più grande soddisfazione della sua carriera: la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Londra del 2012 sull’erba di Wimbledon, bissata poi nel 2016.

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