Phil Taylor: The Power

Taylor nacque il 13 agosto del 1960 a Burslem, lasciata la scuola a 16 anni iniziò a lavorare in fabbrica come saldatore.

Fino al 1986 The Power non prese mai in considerazione l'idea di far diventare il suo hobby una professione, fino a quando la moglie non gli regalò un set di freccette. Taylor inizialmente giocava esclusivamente nel pub del paese, pub che lo sponsorizzò per il suo primo torneo ufficiale a premi, dove l'inglese vinse 10.000£. Fu forse questa prima vittoria che gli permise di essere notato e iniziare ad essere consapevole della sua abilità.

Il pub in cui aleggiava la presenza di Eric Bristow continuò a sponsorizzarlo permettendogli di partecipare a svariati eventi: Canadian Open, North American Open, Winmau World Master. Tornei sicuramente minori che però gli permisero di affinare la tecnica e conoscere proprio The Crafty Cockney.

Sarà proprio Bristow a perdere 6-1 nella finale della BDO World Championship e regalare il primo titolo mondiale a Phil Taylor.

Erano anni strani per la BDO, la federazione aveva grande copertura televisiva ma  i maggiori sponsor, agenzie di scommesse, rifiutarono più volte di offrire il loro denaro per i tornei. Fu cosi che una serie di giocatori decise di fondare per conto proprio il WDC (World Darts Council) che fu poi ribattezzata pochi anni dopo in PDC (Professional Darts Corporation). La divisione tra queste due federazioni fu emblematica per il movimento delle freccette tanto che i giocatori che appartenevano a una federazione ponevano il divieto totale per quanto riguardava il fatto di giocare nell'altra organizzazione.

Phil Taylor fu uno dei primi ad abbandonare la BDO per confluire insieme ad altri campioni come Part, Wade e lo stesso Bristow nella più ricca PDC.

Fu sicuramente in quegli anni che Taylor fu conosciuto sia a livello nazionale che internazionale, la nuova lega era potente, spettacolare ed equilibrata, proponeva una serie di manifestazioni importanti, e premi in denaro di un certo rilievo.

L'essere un giocatore di freccette iniziava a diventare un vero e proprio lavoro. I giocatori erano considerati professionisti, erano sponsorizzati (ultimo contratto di Taylor con la Unicorn dice 2.000.000£ per usare i loro dardi), e lottavano per premi in denaro importanti.

Dopo aver perso nel 1994 la finale del campionato del mondo contro Priestley, dal 1995 al 2006 fu un totale dominio per The Power. Vinse ben 10 World Championship di cui sette di fila, 8 World Matchplay e 7 World Grand Prix, senza considerare la miriade di tornei minori che non venivano trasmessi in televisione, ma erano fondamentali per il ranking mondiale.

Phil Taylor aveva iniziato a dominare.

Batteva chiunque, era l'incubo di ogni giocatore: da Van Barneveld e Part, gli eterni rivali, fino a Wade e Van der Voort, i più sconfitti.

Fu il 2007 l'anno peggiore per Taylor che dopo 14 anni consecutivi in finale del World Championship, interruppe il suo predominio uscendo ai quarti di finale. Fu forse il cambio di freccette, passò da 22g a 26g, ma il 2007 fu un’annata da dimenticare per Taylor.

Nonostante l'anno di pausa Taylor non perse ne l’abilità ne la voglia di dominare nel circuito. Tra il 2008 e il 2014 mise a segno: 3 World Championship, 7 World Matchplay, 4 World Grand Prix e 6 Premier League.

Un dominio totale contro ogni giocatore fino all'arrivo di un certo Van Gerwen.

Fu quando arrivò Mighty Mike che Taylor iniziò probabilmente ad avere paura, a vedere che qualcuno poteva batterlo. Durante gli anni di PDC gli avevano tolto pochi titoli, uno Van Barneveld, un paio Part, ma mai nessuno era riuscito a mettere così tanto in difficoltà Taylor come Van Gerwen.

C'è da dire che il gioco negli anni si è rivoluzionato, è diventato più veloce, più dinamico. Viene ormai seguito a livello mondiale e le arene ospitano anche ventimila persone che gridano e bevono dall'inizio alla fine.

Spesso Taylor è riuscito a cavalcare l'onda dell'entusiasmo altre volte no. La rivoluzione nel metodo di tiro la ha sicuramente portata Van Gerwen ma negli ultimi anni Taylor non ha mai avuto vita facile anche a causa dell'esplosione di giocatori come Wright, Anderson, Lewis, Chisnall; giocatori che non sono nel circuito da molto, ma che hanno elevato il loro livello di gioco per cercare di competere con il mostro che si è reincarnato in MVG.

Gli ultimi tre anni per Taylor sono stati durissimi e per lui è stato difficile dire basta.

Però tre anni senza trofei fanno male, fanno male perché ti accorgi di non essere più dominante, di dover ricorrere a provocazioni e sbruffonerie per cercare di deconcentrare il tuo avversario. Nessuno mette in discussione il talento di The Power, basterebbe chiedere a Wade, che oltre ai 9 nine darts (chiusura perfetta in nove frecce) ufficiali, se ne era preso uno anche durante le 9 frecce di riscaldamento in un turno di Premier League.

Nonostante tutto ha detto basta con una finale mondiale, persa contro un grande Rob Cross, ma avendo riscritto nuovamente la storia sfiorando il 17esimo titolo mondiale. Ci ha lasciato con un dito medio alzato in mondovisione, dopo un set chiuso, rivolto al suo manager, perché Taylor non era solo un giocatore, ma è stato prima ancora un grandissimo showman.

Phil Taylor è stato, è, e sarà il simbolo di questo sport, tanto magico quanto crudele. Uno sport banale per molti ma molto molto difficile, nel quale la concentrazione, la precisione, la maniacalità del gesto sono fondamentali. Perdiamo sicuramente un grande campione, e un grande uomo; un grande business man, e un grande aizzatore di folle (nessuno dimenticherà quando infiammò l'arena di Blackpool con il famoso Geyser Sound dopo aver fatto un break a Van Gerwen).

Ci mancherà tutto di lui, dalla sua maglia blu, alla sua canzone per il "walk on", I’ve got the power gridato da diecimila persone.

Ci mancheranno le sue sopracciglia alzate prima di ogni tiro, ci mancherà il suo come on, per darsi la carica. Perdiamo Phil Taylor, ringraziandolo, consapevoli del fatto che il movimento delle freccette è cambiato anche grazie a lui, rimarremo cosi sapendo che:" There's only one Phil Taylor, walking alone singing a song, walking in Phil Taylor's wonderland".

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