Raymond Van Barneveld: Il Comandante Barney

Raymond Van Barneveld, nato il 20 aprile del 1967, è senza dubbio uno dei più grandi giocatori ancora in attività delle freccette mondiali.

Olandese, precisamente de L’Aia, giocatore dotato di una strana tecnica di tiro ma di grandi capacità.

Non si sa molto sui suoi inizi, se non che da giovane passava molto tempo tra le mura di casa, dove il padre gli aveva montato un bersaglio con il quale lui aveva fatto subito amicizia.

Barney, soprannome donatogli vista la somiglianza con il personaggio dei Flistones, è un “selfmade man”, ha infatti effettuato tutta la trafila amatoriale, prima di raggiungere il professionismo vero e proprio inteso come PDC.

La sua carriera inizia a soli 17 anni, in Olanda, dove può permettersi di muoversi facilmente e soprattutto di iniziare a partecipare ad alcuni tornei regionali che sul finire di anno gli regalano anche qualche soddisfazione, Van Barneveld infatti vince il Rotterdam Open del 1984.

I suoi connazionali vengono subito ammaliati dal talento del giovane Raymond, a tal punto da considerarlo uno dei migliori prospetti dello sport Orange. Barney inizia a giocare seriamente e a incasellare una serie di risultati positivi tra il 1984 e il 1990: finisce secondo in un Belgian Open, nel 1987; chiude in semifinale il Dutch Open nel 1988 e viene eliminato dalla World Cup del 1990 ai quarti di finale, dall’eterno amico e rivale Phil Taylor.

Van Barneveld iniziò cosi ad essere un frequentatore costante dell’unico circuito di quel periodo, la BDO, la British Darts Organization. Partecipò al mondiale del Lakeside nel 1991, uscendo male al primo turno, ma riuscì a respirare l’aria delle freccette di alto livello.

Tra il 1991 e il 1998 fece grossi progressi all’interno della federazione, giocando più volte la World Cup, i vari open minori, facendo registrare uno dei primi 170 out televisivi, contro John Lowe, ma soprattutto raggiungendo la finale della World Cup nel 1995, persa poi contro Burnett 6-3.

Da quella sconfitta in finale la carriera di Barney cambiò radicalmente. Dopo la doppia eliminazione nel ’96 e nel ’97 al secondo turn, nel ’98 Van Barneveld riuscì a vincere il titolo mondiale nella finale vinta per 6-5 contro Burnett, in uno dei match più emblematici della storia. L ‘anno dopo mantenne il titolo vincendo nuovamente il torneo del Lakeside ed entrando così insieme a Bristow in un’elite ristrettissima: back to back champion.

Concluse il millennio con alcuni match amichevoli contro Phil Taylor, che intanto stava conducendo in lungo e in largo la classifica PDC, e forse questi eventi lo convinsero maggiormente ad elevare il suo livello di gioco.

Dopo alcuni anni all’ombra delle nuove leve della BDO Barney tornò in finale nel 2003 portandosi a casa il terzo titolo mondiale, nel 2004 uscì in semifinale mentre nel 2005 dominò totalmente la scena perdendo solo 5 set in tutto il torneo e regalandosi così il quarto titolo iridato.

Concluse la sua avventura in BDO sfiorando il quinto titolo, record che lo avrebbe affiancato a Bristow, ma regalando alle freccette un grande giocatore come Jelle Klaasen, da lui scoperto e coltivato.

Il 15 febbraio del 2006 comunicò al mondo delle darts la scelta di confrontarsi con i migliori giocatori al mondo passando di diritto nella PDC di Phil Taylor, il suo esordio fu memorabile. Mise a segno il suo primo nove frecce televisivo e vinse lo UK Open, la FA Cup delle freccette, sbaragliando la concorrenza, battette infatti Taylor nei quarti, suo sogno annunciato all’ingresso nel professionismo, e Bates in finale.

Nel settembre dello stesso anno però Van Barneveld venne sconfitto da un giovanissimo Michael Van Gerwen, questa sconfitta creò in Barney un grosso sconforto che lo portò a cambiare frecce e anche metodo di tiro, lavorando maggiormente sulle chiusure finali, l’allenamento che seguì questa scelta portò i suoi frutti già nell’anno successivo quando Barney salì sul tetto del mondo.

E’ infatti nel 2007 che Raymon Van Barneveld decise di iscriversi definitivamente nell’albo d’oro delle freccette. In uno dei match più iconici delle darts, con un sudden death leg, cioè con i giocatori che vanno al bull per decidere chi parte nel leg decisivo, per decidere il campione. 7-6 contro Taylor dopo esser stato sotto 3-0 e aver recuperato con tanta determinazione una partita che si era messa davvero male, Raymond Van Barneveld da quella sera iniziò a radunare il suo esercito: la Barney Army.

Una marea arancione che lo ha seguito, lo segue e lo seguirà fino a gennaio dell’anno prossimo, data del suo ritiro dal circuito professionistico; i suoi tifosi, i suoi familiari, tutti coloro che gli vogliono bene.

La carriera professionistica di Barney continuò con alti e bassi come tutta la sua vita, anche quella privata, il diabete che gli ha sempre destabilizzato la vista, il divorzio con la moglie e il difficile rapporto con i figli. Barney riuscì a portarsi a casa altri trofei di lustro, come il secondo posto nella World Cup del 2009, il Grand Slam of darts nel 2012 e la Premier League, trofeo glorioso che abbiamo seguito insieme quest’anno, nel 2014 con una sensazionale vittoria su MVG per 10-6, dominando il futuro campione del mondo.

Da quel momento per Barney è iniziata una grossa discesa, un lungo tramonto amaro che lo ha visto protagonista solo in doppio con la nazionale olandese spinto dalla grinta di MVG. Non si può negare la sua stanchezza, non si può negare il fatto che lui si senta arrivato, e che i ritmi della PDC non siano possibili per un uomo di 52 anni della sua stazza e con i suoi problemi di salute. Non si può neanche negare però quanto Barney sia stato un sublime giocatore; ben voluto da tutti e amato da tantissimi tifosi. Un giocatore che ti ha sempre stupito nei momenti di difficoltà, che ti ha sempre regalato check out sopra le tonnellate, e che si è sempre ricordato delle sue grandi doti di arciere e di esempio per tutti i giovani.

L’emblema della carriera di Barney è la doppia tappa di Rotterdam di quest’anno durante la Premier League, lui spento in pedana, commosso, in lacrime davanti a 20mila tifosi vestiti di arancione che lo osannano totalmente. Perché Barney avrà si undici titoli in meno di Taylor a livello di mondiali, ma è sempre stato come il gigante buono a cui tutti vogliono bene, colui il quale prova a combattere gli immortali e a volte riesce pure a batterli. Lui si è fatto da solo ed è per questo che è amato da tutti, non ha mai mancato di rispetto ed è per questo che è circondato di affetto, essere uno dell’esercito di Barney è un onore, viene da dentro; perché se non hai mai visto un nove frecce di Barney non puoi capire cosa sia stato lui per noi: perché un comandante è e sarà per sempre.

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