Sono pochi i piloti spagnoli che sono riusciti a coronare il sogno di correre in Formula 1 e nessuno di essi è mai riuscito lontanamente ad avvicinare la resa di uno straordinario Fernando Alonso - uno dei migliori interpreti del nuovo millennio, due volte campione del mondo e volto di uno sport che anche grazie al suo carattere e alle due innate doti di pilota è riuscito a diventare brand e marchio globale sempre più glamour e ricercato in ogni angolo del mondo. Scopriamo insieme la storia dei migliori piloti spagnoli - non tantissimi, a dir la verità - a essere riusciti a sedersi alla guida di una monoposto in Formula 1.

I primi piloti spagnoli che sono riusciti a correre in Formula 1Nel 1951 Juan Jover, pilotando una Maserati della Scuderia Milano, si qualificò diciottesimo ma non prese il via della gara: acquistò il proprio sogno grazie alle sue ricchezze. Il suo compagno di squadra, Francisco “Paco” Godia, concluse quel Gran premio in decima posizione. Godia partecipò ad altre dodici gare titolate nelle stagioni seguenti, ma non ottenne mai un risultato di rilievo. Tra il 1956 e il 1957 si affacciò a questa competizione l’aristocratico Alfonso de Portago: cinque presenze e un bel secondo posto in condivisione con Collins a Silverstone nel ‘56, su Ferrari, nel Gran Premio vinto dall’altro ferrarista Fangio. La Mille Miglia del ‘57 se lo portò via per sempre.

A Buenos Aires nel 1960 c’è Antonio Creus, pilota privato: si qualifica con l’ultimo tempo la sua Maserati, ma la corsa è faticosa e abbandona per stanchezza al 16° giro sugli 80 complessivi. Negli anni ‘70 si cimentarono senza successo nel Mondiale di F1 Alex Soler-Roig e Emilio Zapico. Emilio de Villota Ruiz tra il 1976-1978 e il 1981-1982 apparve complessivamente quindici volte, ma collezionò solo due partenze, miglior prestazione tredicesimo nella corsa di casa, nel ‘77, su una McLaren M23 non proprio competitiva. Insomma, tutti piloti tutt’altro che indimenticabili.

Formula 1, la classifica dei migliori piloti spagnoli nella storia

  1. Fernando Alonso
  2. Carlos Sainz
  3. Marc Gené
  4. Pedro de La Rosa

Marc Gené e Pedro de La Rosa, i primi “veri” piloti spagnoliMarc Genè, attuale commentatore di Sky Sport F1 nonché collaudatore Ferrari, ha esordito nel 1999, sempre sponda Minardi: 36 gare, di cui tre con la Williams tra il 2003 e il 2004: non va mai oltre un quinto posto, ma diventa presenza costante all’interno del mondo della F1, permettendo alla Spagna di fare un ulteriore salto di qualità. Ben 107 partecipazioni invece per Pedro de la Rosa, esordiente con la Arrows nel ’99: in nove stagioni non tutte consecutive riesce a togliersi discrete soddisfazioni, come quella del 2005 che si regala in Ungheria - salendo sul podio al secondo posto con la McLaren. Si ritira al termine della stagione 2012, dopo un’annata priva di acuti e gratificazioni con la HRT, ma prima dell’avvento di Alonso è il pilota iberico con più esperienza in Formula 1

Fernando Alonso: l’unico spagnolo in grado di dominare in Formula 1

L’unico e al momento insuperabile spagnolo che ha coronato concretamente il suo sogno da pilota della massima categoria è Fernando Alonso. Alla luce dei risultati conquistati nel kart con i denti e il sudore del padre che gli faceva da meccanico, Alonso riesce grazie ad Adrian Campos a provare un’auto da corsa sul circuito spagnolo di Albacete e, a quanto pare, senza spingere al massimo riesce ad eguagliare il precedente record di Marc Genè. Sviluppa una progressione di carriera che lo porta ad esordire nel 2001 con Minardi. Osservato speciale va in Renault e nel 2003 vince la sua prima gara in Ungheria, la prima di 32 su 368 partecipazioni. È già podio spagnolo nel 2003, secondo alle spalle di quel “mostruoso” Michael Schumacher, quarto nel 2004, secondo nel 2005, anno in cui conquista il suo primo alloro iridato, bissato l’anno seguente sempre con Renault. Dopo due fantastiche stagioni martellate a suon di vittorie (tra cui Barcellona 2006) e podi vari, nel 2007 Alonso va in McLaren, dove vive un confronto duro con l’emergente compagno (si fa per dire) di squadra Lewis Hamilton. Nel 2008 ritorna in una Renault non più da vertice e tra il 2011 e il 2014 corona anche il suo sogno Rosso Cavallino. Circostanze negative ed avversari valenti non gli consentono di conquistare con la Ferrari il suo terzo campionato mondiale: tre secondi posti finali in cinque anni, ma il Gran Premio di Spagna è ancora suo nel 2013. Si allontana dalla Casa di Maranello e nel 2015 si mette in gioco con una McLaren Honda che gli ha dato solo profonde delusioni. Ora, da grande vecchio, si gode le ultime stagioni in Formula 1 in cui continua a togliersi discrete soddisfazioni anche a livello personale.  

Carlos Sainz, lo spagnolo (ferrarista) che vuole diventare il riferimento del futuro

È figlio del pilota, due volte vincitore del campionato del mondo rally e tre del Rally Dakar, Carlos Sainz. Nonostante la famosa figura paterna, la passione motoristica di Sainz Jr. si è indirizzata verso la Formula 1 anziché gli sterrati, grazie agli esordi nel karting e soprattutto al tifo giovanile per il connazionale Fernando Alonso, che ha poi ritrovato come avversario una volta approdato nel circus. Il suo numero di gara è il 55, inizialmente «una scelta di ripiego» poiché nel 2015, al debutto in Formula 1, aveva trovato non disponibili sia il suo numero preferito, il 19, usato da Felipe Massa, sia la sua seconda scelta, il 5, usato da Sebastian Vettel: ha quindi propeso per il raddoppio di quest’ultimo. Al momento su 173 GP corsi ha conquistato una vittoria e 15 podi, prendendosi con merito il “secondo posto” tra i migliori spagnoli di ogni epoca in Formula 1: per provare a diventare il primo però ci sarà bisogno di fare un bel po’ di strada.

 

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