A Budapest la Formula 1 arriva dopo una settimana di sosta e dopo undici gare nel segno della Red Bull e quasi esclusivamente di Max Verstappen, dominatore incontrastato di una stagione che di certo non sta facendo dell’incertezza la sua cifra stilistica. Diventa quindi lecito chiedersi: all'Hungaroring è già tutto scritto? Proviamo a capire cosa può accadere il sabato, in qualifica, altro regno di caccia del campione olandese che va alla ricerca della sua sesta pole consecutiva che andrebbe a migliorare la sua sequenza da record personale ed eventualmente avvicinando alle 8 pole consecutive raccolte da Senna a cavallo del 1988-89. In Ungheria infatti partire davanti a tutti può fare tutta la differenza del mondo anche secondo le scommesse sulla Formula 1*.

GP di Ungheria: uno dei più complicati della stagione di Formula 1

Il GP di Ungheria è uno dei più tortuosi e lenti del mondiale: secondo solo a Montecarlo, all’Hungaroring si può immaginare un sorpasso soltanto sul rettilineo principale. Sarà gara di strategia e affidabilità, viste le temperature estreme che si registrano sull’asfalto e che potrebbero incidere anche nella gestione delle gomme. Sul circuito nei pressi di Budapest si corre raramente oltre la F1 ed è uno dei motivi per i quali, insieme al vento e al terreno sabbioso, il fine settimana vede spesso un asfalto molto sporco che rende indispensabile una guida chirurgica all’interno della traiettoria gommata. Dopo il primo tornante gli unici altri due punti di sorpasso sono dopo la curva 3 in salita, punto in cui nel 2009 Felipe Massa ebbe l’incidente con la molla persa dalla vettura di Barrichello. L’altro è prima della curva 12 che introduce alle due curve che riportano sul rettilineo iniziale, ma come è facile immaginare, la griglia di partenza potrebbe fare la differenza.

GP di Ungheria, albo d’oro: nessuno come Lewis Hamilton su questo tracciatoL’Ungheria è uno dei territori di caccia preferiti da parte di Lewis Hamilton - che qui ha fatto registrare anche il giro record in gara che nel 2020 ha fatto segnare un incredibile 1:16.627. Il britannico su questo tracciato complicato alla guida ha vinto otto volte - la prima già dal 2007, nella sua annata d’esordio in F1, poi nel 2009 e nel 2012 sempre su McLaren, ancora su Mercedes nel 2013, nel 2016, nel 2018, nel 2019 e nel 2020. Ocon a sorpresa si è imposto nel 2021 in una gara condizionata dalle condizioni meteo mutevoli (che restano l’unica speranza “a sorpresa” per chi pare non avere le migliori prestazioni in questa stagione), mentre nel 2022 primo successo di Verstappen con la Red Bull. Hamilton è anche il pilota con più successi su questo tracciato con otto davanti a Schumacher che ne ha quattro, ma per il britannico sarà complicato pensare di scalzare Verstappen - ancora una volta il pilota più atteso in questo weekend.

GP di Ungheria, i favoriti: grande lotta alle spalle di Verstappen e della Red Bull

Se non ci fosse Verstappen - più che la Red Bull, viste le prestazioni del suo compagno - la Formula 1 sarebbe anche uno sport decisamente più combattuto, visto che in ogni gara, tolto l’olandese, i rapporti di forza cambiano di continuo. A Silverstone le sensazioni migliori le ha avute la McLaren che aveva iniziato la stagione frequentando le ultime file e che sul tracciato di casa si è ritrovata con un passo gara impressionante e soprattutto una gestione gomme inaspettata che ha permesso a Norris di riportare un pilota inglese sul podio e a Piastri di aspirare a lungo al terzo posto perso solo per la safety car che ha favorito Hamilton, con una Mercedes di nuovo a proprio agio la domenica. Bisogna quindi potenzialmente guardare a loro soprattutto per un eventuale piazzamento alle spalle dello strafavorito Verstappen. 

Il fatto che la Pirelli abbia portato la nuova gomma rinforzata invece potrebbe avere avuto un ruolo nel rimescolamento dei valori, che Vasseur aveva ipotizzato come una possibile chiave di volta e si è invece trasformato in un disastro per la Ferrari - di nuovo alle prese con problemi di affidabilità sulla monoposto di Leclerc e incerta nelle strategie di gara oltre che mai realmente a proprio agio con le medie e le hard. Nona e decima posizione, alle spalle anche di una Aston Martin che affronta la prima crisi della stagione nonostante gli sforzi di Alonso e di una sorprendente Williams con Albon che si è tenuto dietro le rosse in attesa di guidarne una nel 2025, che conferma quanto sia poco centrata la polemica tra Leclerc e Sainz sul ruolo di prima guida in una stagione di grigio intervallato da qualche lampo, ma che per quanto riguarda il monegasco ancora una volta non è riuscito a indirizzare le decisioni del box in una direzione in grado di garantire successi che alla Ferrari ora iniziano a mancare da troppo tempo. Puntare sulla scuderia di Maranello pare quindi ancora una volta una scelta improbabile.

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