Nel dubbio, spendi. Non è il mantra dei presidenti italiani di calcio, per i quali gli esborsi spesso servono solo a far muovere denaro senza che il rendimento della squadra cambi in maniera drastica, ma quello - ipotetico - di dirigenti MLB tra cui quelli dei Chicago Cubs, che in queste ore stanno chiudendo l’accordo con Craig Kimbrel, che in quanto closer di mestiere ai ‘closing’ dovrebbe essere abituato. Tre anni di contratto a 43 milioni, un bel colpo perché i lanciatori di rilievo (quelli che entrano dopo il titolare, e devono cercare di non concedere punti agli avversari) dei Cubs hanno finora sprecato 11 vantaggi, terzo peggior dato della MLB e dunque grave per una squadra che vuole vincere la division. Kimbrel ha 31 anni e - tra i lanciatori con almeno 300 inning giocati - è quello con la media PGL minore (punti concessi, parametrati sui nove inning), 1,91, anche se lo scorso anno, con i Red Sox, non ha avuto una stagione fenomenale, e quando c’era stato bisogno di chiudere la serie per il titolo contro i Los Angeles Dodgers il manager Alex Cora gli aveva preferito un partente, Chris Sale. Kimbrel sarà disponibile dal 20 giugno, e da quel giorno ovviamente le probabilità dei Cubs in partite a punteggio risicato saliranno. E questa novità costringerà probabilmente le altre squadre ben posizionate nella National League Central a reagire, migliorando il reparto lanciatori o cercando - magari prima della scadenza del 31 luglio per non perdere troppo terreno - di incrementare il potenziale offensivo. Perché in regular season è anche con la produzione di punti che si può restare a galla, mentre nei playoff può acquisire maggiore importanza la difesa, a partire dal lanciatore. Più di altre leghe, del resto, la MLB è fatta anche di misure e contromisure a stagione in corso, per via della tendenza di molte squadre senza speranze di playoff di alleggerire il roster a metà estate, pensando al futuro e dunque rendendo disponibili alcuni giocatori di impatto.

La migliore squadra MLB, al momento, è Los Angeles (43-20). Dodgers, per chiarire. Unica oltre il 67% di vittorie, migliore di tutte negli ultimi 15 giorni (11-3), e impegnata da domani in una trasferta a San Francisco che è in fondo alla division con 25 vittorie e 35 sconfitte e che rappresenta perlopiù un ostacolo ambientale. A noi italiani o europei, abituato a ben altro, fa sorridere pensare che ci possa essere tensione per una partita di MLB di regular season a San Francisco, ma per i parametri americani si tratta di una sfida decisamente carica, con episodi poco edificanti in passato: al di là delle bonarie prese in giro, il 31 marzo del 2011 un tifoso dei Giants, Bryan Stow, 42 anni, fu aggredito e buttato a terra nel parcheggio del Dodger Stadium, dopo l’Opening Game, e riportò danni fisici tali da dover ricevere cure per il resto della sua vita. Gli assalitori sono tuttora in galera, e certo L.A. non è un posticino sicuro a prescindere, ma questo episodio, per quanto davvero isolato, colpì parecchio. È quasi noioso menzionare i giocatori che stanno facendo grandi i Dodgers attuali, ma bisogna partire da Cody Bellinger, che a soli 23 anni sta raggiungendo traguardi statistici - ma aiutando la squadra - quasi assurdi. Ha una media battuta di 37,4% (.374 nel sistema americano), una media bombardieri di 73,4 (.734), che si determina dividendo il numero di basi guadagnate per quello dei turni di battuta: in entrambe le categorie è il migliore della MLB, mentre è secondo solo a un altro fenomeno come Mike Trout nella percentuale di arrivo in base, che calcola anche le basi concesse per… precauzione dai lanciatori. Nei fuoricampo (20) è secondo dietro Christian Yelich dei Milwaukee Brewers. Da difensore, ora più stabilmente all’esterno destro rispetto a prima, ha già sette assist, cioè sette tiri che hanno impedito a un avversario di segnare o di arrivare salvo in base. Come riporta il compagno di squadra Kenley Jansen in un’intervista al sito della ESPN, la cosa più impressionante è che Bellinger sta facendo tutto questo dopo un anno, il 2018, in cui aveva avuto un peggioramento rispetto alla grande stagione del debutto, il 2017. Non sopportando la potenziale etichetta di… one-season wonder, ovvero giocatore che brilla per una sola stagione, Bellinger dopo la delusione della seconda World Series consecutiva persa ha approfittato dell’inverno per rimettersi a posto dal punto di vista della tecnica e della concentrazione, e le sue statistiche frazionate dimostrano un miglioramento irreale, considerando che sono rimaste stabili per i primi due mesi di stagione. Certo, ne mancano ancora quattro alla fine della regular season, ma l’impressione è che Bellinger abbia ora una base di fiducia e rendimento sotto la quale non potrà più andare.

 

FENOMENO. No, in realtà no. Non fenomeno, o perlomeno non ancora, visto che gioca nella MLB esattamente da 35 giorni. Però Vlad Guerrero Jr sta facendo parlare di sé sempre di più e ieri ha battuto il fuoricampo da tre punti della vittoria di Toronto contro i NY Yankees, dunque i leader della AL East. Il giorno prima, il Conte Vlad aveva battuto il singolo decisivo al quinto inning, e dunque grazie a lui i Blue Jays hanno vinto due partite consecutive per la prima volta in oltre un mese. La classifica resta mediocre ma è importantissimo quello che ha detto il manager Charlie Montoyo: «Rimontare in quel mondo contro una delle migliori squadre MLB ci aiuterà per il morale per almeno due settimane. Perderemo altre partite, magari, ma ora sappiamo che possiamo competere con il meglio». Vlad ha 9/23 con due fuoricampo, tre doppi e cinque punti battuti a casa nelle ultime sei partite, ciascuna delle quali almeno con una valida.

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