La MotoGP torna per la 27^ volta nella sua storia a Misano - poche settimane dopo il trionfo di Francesco Bagnaia davanti a Fabio Quartararo ed Enea Bastianini. Una gara tormentata che ha spesso cambiato nome nel corso degli ultimi anni: prima GP delle Nazioni (1980-1984 e 1989-1990), poi San Marino (1985-1987 e dal 2007 in avanti), con breve parentesi in cui la denominazione era “Italia” (1991-1993) e ora Emilia-Romagna (2020 e 2021). Nelle sue prime apparizioni nel motomondiale, Misano non era una presenza fissa: i primi quattro GP corsi in anni consecutivi qui furono dal 1984 al 1987, con il circuito abbandonato dopo il 1993 - quando Wayne Rainey rimase paralizzato dopo una caduta al “curvone Misano”. Il tracciato è poi diventato una presenza fissa in calendario solo da quando il percorso è stato rivisto, invertendo il senso di marcia nel 2007.

GP Misano: la Yahama in testa per vittorie e pole position

La Yamaha domina a livello statistico guardando ai precedenti delle gare corse a Misano: nel GP italiano infatti hanno vinto più gara (14) della somma di tutte le rivali messe insieme (12), con il resto delle case motocicliste che contano otto successi Honda, tre Ducati e uno Suzuki. Un record che la Yamaha può vantare anche quando si parla di pole position, con le stesse identiche proporzioni: 14 per i giapponesi, 12 per tutti gli altri sommati, con Jorge Lorenzo, Marc Marquez e Valentino Rossi che condividono il primato di vittorie: tre a testa. Una gara in cui solitamente è difficile riuscire a ripetersi: su 26 edizioni infatti sono 18 i vincitori diversi, con i soli Dani Pedrosa e Eddie Lawson che possono vantare una doppietta su questo tracciato.

Il ricambio generazionale in MotoGP e la tendenza delle ultime gare

In una MotoGP diventata sempre più competitiva e incerta, l’andamento degli ultimi tre gran premi ha sorpreso molti - corse in cui non c’è stato nessun cambio di leader: Pecco Bagnaia infatti ha condotto interamente i GP di Aragon e Misano, Marc Marquez quello di Austin. Una sequenza che riporta indietro la MotoGP di un lustro, quando nel 2016 successe per quattro gare in fila e tenevano banco i vari Rossi e Lorenzo. Quest’anno però l’alternanza finora non è certo mancata: otto vincitori diversi e ben 14 piloti sul podio, con il record dello scorso anno di 15 e nove che continua a essere a rischio. Merito di un ricambio generazionale che sta accompagnando quella che sarà l’ultima stagione in MotoGP di Valentino Rossi: negli ultimi due anni infatti abbiamo celebrato sette nuovi vincitori e otto pioti che non erano mai saliti prima sul podio - il valore più elevato nel nuovo millennio.

Chi vince a Misano? Bagnaia ha sfatato la "maledizione della pole”

Maverick Vinales lo scorso anno e Francesco Bagnaia un mese fa sono riusciti per due volte consecutive in un’impresa che non riusciva da un decennio: vincere a Misano partendo dalla pole position (era dai tempi di Dani Pedrosa nel 2010 che non accadeva). Lo spagnolo è anche l’unico ad aver trionfato scattando da una casella fuori dalla top-5 - era ottavo al via nel 2016. La pioggia non ha quasi mai fatto capolino (due volte soltanto da quando si è tornati sul circuito con continuità dal 2007), ma sul tracciato di 4.226 metri - ritoccato per l’ultima volta nel 2008, modificando la “Variante di Rio” e l’uscita box - potrebbe fare la differenza ogni dettaglio. In una gara che potrebbe incoronare Fabio Quartararo come nuovo campione in MotoGP.

GP di Misano: Fabio Quartararo campione del mondo se…

Tutto pronto quindi per l’incoronazione del primo campione del mondo francese: Fabio Quartararo, dopo essere diventato leader per podi e vittorie, va a caccia dell’ennesimo primato che lo farà entrare nell’Olimpo della MotoGP transalpina. La Francia diventerà così il settimo Paese ad avere almeno un pilota nell’albo d’oro, dopo Italia (20), Gran Bretagna (17), USA (15), Spagna (11), Australia (8) e Sudafrica (1). Ma per completare l’opera, a quale piazzamento dovrà ambire? In caso di vittoria Quartararo diventa campione a prescindere dal piazzamento di Bagnaia, mentre dal 2° posto in poi potrebbe accontentarsi di tenere il pilota italiano sempre alle sue spalle. Dopo nove anni insomma, il dominio spagnolo sembra essere giunto al termine: tutti pronti a incoronare un nuovo campione del mondo?

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