Come da tradizione, nell’ultima settimana l’Eurolega ha premiato i protagonisti dell’ultima annata, annunciando giorno per giorno ciascuno dei vincitori dei premi individuali della regular season appena passata.

Per gli appassionati, dunque, gli ultimi giorni di avvicinamento alle prossime Final Four sono stati contraddistinti da discussioni su quanto effettivamente i riconoscimenti assegnati dall’Eurolega fossero giusti e quali potessero essere, invece, i giocatori snobbati. Analizziamo, dunque, i premi assegnati dalla massima competizione europea e vediamo quali sono le decisioni più controverse inerenti all’assegnazione dei premi.

Partiamo dal premio di Rising Star dell’anno, assegnato con merito a Goga Bitadze, centro georgiano del  Buducnost, che malgrado un’annata semi-disastrosa della sua squadra ha sbaragliato la concorrenza tra le giovani stelle della manifestazione, mostrandosi come un giocatore di interesse anche per il livello NBA. Non è un segreto, infatti, che in vista del prossimo Draft il suo nome sarà uno dei più intriganti tra i talenti in uscita del vecchio continente. Questa è una di quelle assegnazioni che, a suo modo, ha messo tutti d’accordo.

Discorso ben diverso per il titolo di Difensore dell’anno, vinto dal Walter Tavares grazie alle sue enormi doti di intimidazione sotto al ferro. L’assegnazione di questo premio è stata, invece, piuttosto discusso perché si pensava che quest’anno potesse essere premiato Nikola Kalinic, versatile e arcigna ala in forza al Fenerbahce, autore quest’anno della miglior stagione della sua esperienza turca fino a questo punto. Il serbo, però, si è piazzato secondo, mentre al terzo post sono finiti Jan Vesely e Bryant Dunston, già vincitore del titolo del  riconoscimento nel 2014 e nel 2015.

Decisamente meno controversa è stata l’assegnazione dei due migliori quintetti della competizione, che presentano poche sorprese rispetto alle aspettative.

Forse la più grande sorpresa è l’inserimento di Mike James, già vincitore dell’Alphonso Ford Trophy al miglior realizzatore di Eurolega, nel secondo quintetto della competizione anziché nel primo. Fino all’ultima settimana di Eurolega, infatti, il numero 2 milanese veniva continuamente citato nei discorsi per l’assegnazione del titolo di MVP della manifestazione. La mancata qualificazione ai playoff dei milanes ha, però, escluso lo statunitense dalla competizione, relegandolo nel secondo quintetto.

Assieme alla point-guard milanese, completano il secondo quintetto All-Euroleague Vasilije Micic, Nando De Colo, Vincent Poirier e allo stesso Tavares, che può tranquillamente ritenere quella in corso come la miglior stagione della sua carriera.

Proprio l’inserimento di Tavares ai danni di gente come Moerman e Tomic potrebbe far storcere il naso agli ammiratori delle stagioni disputate da Efes e Barcellona, ma il Real Madrid ha disputato una stagione troppo importante per non vedere nessuno dei suoi raggiungere uno dei migliori quintetti della lega.

L’altro “infiltrato” risulta essere Nando De Colo, preferito per il suo status di stella assoluta al compagno di squadra Cory Higgins, che quest’anno ha giocato una regular season largamente migliore rispetto a quella del francese. Ai playoff contro il Baskonia, però, De Colo ha ricordato a tutti che tipo di giocatore sia, segnando ben 55 punti nelle decisive Gare 3 e 4 e mostrando di essere in crescita nel momento più importante della competizione. Un vantaggio non da poco per il CSKA poter contare su entrambi.

Poco da dire, invece, sugli inserimenti di Micic, miglior assistman della competizione, e Poirer, miglior rimbalzista dell’Eurolega, entrambi autori di due stagioni incredibili per Efes e Baskonia.

Pochissimo da dire, infine, sul miglior quintetto All-Euroleague: Nick Calathes, Kostas Sloukas, Will Clyburn, Brandon Davies e Jan Vesely sono stati, con ogni probabilità, i cinque migliori giocatori della competizione. L’unico dubbio poteva essere quello tra Sloukas e James, ma il primo posto ottenuto dal Fenerbahce e la mancata qualificazione di Milano hanno fatto il resto. Da rimarcare le prestazioni dei due americani, Clyburn e Vesely, giunti alle migliori stagioni delle rispettive carriere europee: il primo è stato il miglior giocatore di una corazzata come il CSKA, il secondo la stella della rivelazione Zalgiris.

Toccherà, invece, a Vesely e Calathes sfidarsi per il titolo di MVP di Eurolega, con il playmaker del Panathinaikos leggermente favorito sul leader del Fener grazie all’immenso finale di stagione con cui ha riacciuffato la post-season.

In chiusura due parole sulla semi-certa vittoria del titolo di Coach of the Year per Sarunas Jasikevicius: l’allenatore dello Zalgiris ha ancora una volta stupito tutti con un finale di stagione inarrestabile con il quale ha condotto una delle squadre tecnicamente meno attrezzate del lotto a giocarsi alla pari il quarto di finale contro la corazzata-Fenerbahce. Sembra che la NBA si stia interessando a lui e che il valzer per le panchine in estate potrebbe coinvolgerlo. Allo stesso modo non è un segreto che da diverse stagioni il Barcellona stia pensando al suo nome per risollevare definitivamente le sue prestazioni e non è da escludere che, qualora coach Pitino lasciasse il Panathinaikos per tornare negli USA, Jasikevicius non finisca sul taccuino dei verdi di Atene per riprendere a vincere in panchina, esattamente come aveva fatto in campo.

Insomma, come avrete capito, una stagione meravigliosa come questa può tramutarsi in una reale opportunità per chi abbia davvero lasciato il segno: Jasikevicius e i giocatori che si sono distinti in questa regular season lo sanno.
Ma lo sanno bene anche e soprattutto Fenerbahce, Efes, Real Madrid e CSKA che, tra pochi giorni, cercheranno di tramutare i loro straordinari percorsi nella gioia della vittoria finale!

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