Dopo un burrascoso 2020, e un instabile 2021, Dorna, la società che gestisce la MotoGP e tutto il Motomondiale, può tornare a respirare nel 2022, grazie ad un calendario mondiale e non più solo europeo, e soprattutto grazie al ritorno del pubblico nei circuiti. Con i bilanci che tornano a crescere, così come la passione per le scommesse onlinesulla MotoGP, la società dovrà fare i conti con addii importanti, uno su tutti Valentino Rossi, dovendo guardare a nuovi mercati dal grande potenziale.

I ricavi di Dorna Sports, la proprietaria del Motomondiale

La Dorna, che ha acquistato i diritti del Motomondiale nel 1992, ha modificato completamente, negli anni, il concetto del campionato, trasformandolo in una vera e propria azienda, con l'obiettivo di trarre ricavi dal prodotto e dai propri investimenti. Prima di Dorna, il Motomondiale era seguito per lo più dai motociclisti, e trasmesso in pochi paesi nel mondo. Negli ultimi anni invece il motociclismo è arrivato ad un livello di notorietà mai raggiunto, con la MotoGP che può senza problemi essere considerata uno dei più grandi show globali.

Le entrate arrivano da tre fattori principali. Primo, i diritti TV, dietro a cui ormai girano la maggior parte dei soldi di ogni sport, poi i diritti dei promotori locali, che sono il motivo principale che spinge a correre in nuovi circuiti sparsi per il mondo, ed infine ovviamente gli sponsor diretti. Tutto questo insieme garantisce un guadagno totale che si attesta attorno ai 300 milioni di euro all'anno. Per fare un confronto diretto con la regina dell'automobilismo, la Formula 1 fattura circa 2000 milioni annui, almeno sei volte tanto. La fonte di maggior reddito per Dorna sono appunto i Diritti Tv, che portano all'incirca il 50% del totale dei guadagni, mentre invece il 30% arriva dai promoter locali e la restante parte dagli sponsor del Motomondiale. Negli anni pre-Covid, il fatturato annuo delle ultime stagioni aveva visto un continuo incremento del 5% da una stagione all’altra.

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Ricavi MotoGP: crisi Covid

Il 2020 ha ovviamente alterato tutte le previsioni di crescita, con la MotoGP costretta ad iniziare in ritardo di quattro mesi, e soprattutto ad eliminare tutte le tappe extra europee, con dodici Gran Premi cancellati e un calendario sviluppato in sole sei differenti nazioni. Dorna ha dovuto dar fondo alle proprie casse per poter iniziare il Mondiale 2020, consapevole già in partenza che si sarebbe andati in perdita. Tuttavia, non gareggiare nel 2020 avrebbe voluto dire perdere molte squadre di Moto2 e di Moto3 in evidente difficoltà finanziaria con il pagamento degli stipendi. Senza gare, i team sono rimasti all'asciutto per mesi, e per questo Dorna ha inoltre voluto garantire 25.000 euro mensili ad ogni squadra delle due serie cadette.

Questo scenario si traduce in 94 milioni di euro di perdite per Dorna nel 2020. Con un fatturato che cala del 30% rispetto agli anni precedenti, fermandosi a 209 milioni viste le sole 15 gare disputate. Più nello specifico, i diritti TV sono calati del 35%, mentre gli incassi pubblicitari del 14%, e quelli derivanti dai servizi televisivi di Dorna scesi anch'essi di un 15%.

L'anno 2021 ha mostrato risultati sicuramente di gran lunga migliori del 2020, grazie ai 18 GP disputati, in 10 diverse nazioni, con Dorna che ha chiuso l'annata ancora in perdita, con una situazione decisamente migliore all'anno precedente, ma non ancora in utile.

L’addio di Valentino Rossi e i problemi di Marc Marquez

A partire dal 2022, la Dorna dovrà affrontare uno dei passi più difficili della sua storia, ovvero la perdita di Valentino Rossi. Alla fine della stagione 2021, infatti, il nove volte Campione del Mondo, nonché pilota motociclistico più famoso della storia, ha deciso di appendere il casco al chiodo (almeno per quanto riguarda le moto), per dedicarsi ad altri progetti. A 42 anni, di cui 26 passati nel Motomondiale, il Dottore ha deciso che è arrivato il momento di smettere, mettendo Dorna nella brutta posizione di dover affrontare un calo di tifosi mai visto nella storia della MotoGP. Sì perché Valentino Rossi, al contrario della maggior parte dei piloti, non era l'idolo soltanto di una nazione, l'Italia, ma era l'idolo di milioni di fan sparsi per il mondo, che si recavano in massa nei circuiti di tutto il globo per poterlo vedere, e che sottoscrivevano abbonamenti solamente per poterlo seguire da casa.

Le perdite derivanti dalla mancanza di Valentino Rossi non sono ovviamente ancora quantificabili, trovandoci solo a metà della prima stagione orfana del Campione di Tavullia. Tuttavia, si può iniziare a tracciare un primo bilancio. L'addio di Rossi è stato in parte mitigato dal basso rendimento delle ultime stagioni, che già aveva portato il pubblico a seguire anche altri piloti. E proprio nell'ottica di scoprire nuovi piloti che attraggano pubblico, Dorna può ringraziare una volta ancora Valentino, che ha lasciato in eredità una Academy di piloti, tirati su da lui stesso, che si sono già affacciati in MotoGP negli ultimi anni, e che ne saranno sempre più i protagonisti nel futuro. Oltre alla VR46 Driver Academy, poi, da quest'anno, Rossi ha anche il suo Team di MotoGP, con il quale ha già ottenuto un podio ad Assen, con Marco Bezzecchi. Queste mosse, anche commerciali, di Valentino Rossi, hanno contribuito ad alleggerire il suo addio dal Motomondiale, che comunque ha già portato a certi visibili cambiamenti. Uno su tutti, il pubblico presente al Mugello, circuito simbolo negli anni del tifo per Valentino, che nel 2022 ha visto un calo importante nelle presenze, con molti prati vuoti come non si vedevano da diverso tempo.

Un'altra voce in perdita riguarda i tifosi di Marc Marquez. Sì perché l'erede di Rossi, almeno in quanto a risultati in MotoGP, è in grade sofferenza fisica dopo la brutta caduta del 2020, che ha portato a diverse operazioni e a decine di gare perse. La mancanza di quello che era il secondo pilota più seguito del Motomondiale ha portato con sé un altro piccolo calo di tifosi, non paragonabile certo a quello di Rossi, ma comunque da tenere in considerazione.

In questo scenario non certo rose e fiori, si aggiunge il fulmine a ciel sereno arrivato nei primi mesi della stagione 2022, quando Suzuki, una delle sei case motociclistiche che prendono parte al Mondiale di MotoGP, ha annunciato l'addio dal Campionato a fine stagione, lasciando Dorna con un costruttore in meno, un team in meno, due moto in meno e un grande punto di domanda sulla prospettiva futura delle altre cinque case.

Nuove fonti di ricavi: la MotoGP in Asia

La MotoGP ha però già in tasca la soluzione a molti di questi problemi. Uno su tutti è lo sviluppo del mercato in paesi fino ad ora poco sfruttati, soprattutto in Asia, e in particolare nel Sud-Est asiatico. Nel 2018 si è corso il primo Gran Premio di Tailandia, mentre quest'anno i piloti hanno disputato il primo Gran Premio di Indonesia (dopo l'esperimento fallito del 1996 e 1997), che vanno ad aggiungersi al GP della Malesia, già presente da anni in calendario. Questa zona del mondo infatti, oltre a garantire grandi numeri di popolazione, e dunque grande potenziale di mercato, vede già una grandissima fetta di fan della MotoGP, che hanno iniziato a seguire il motociclismo con Valentino Rossi, e che ora hanno trovato nei nuovi piloti dei veri e propri idoli. La gara dell'Indonesia, disputata nel marzo di quest'anno, è stata emblematica da questo punto di vista. I piloti della MotoGP, nei giorni precedenti al Gran Premio, hanno fatto visita a Jakarta, capitale dell'Indonesia, dove sono stati letteralmente invasi dalle folle di tifosi, dovendo usare diversi bodyguard per muoversi nelle strade dalla città. Scene mai viste nemmeno in Italia o Spagna, dove il tifo per il Motomondiale è più caldo. Inoltre, Dorna negli ultimi anni sta spingendo molto sulla Asia Talent Cup, Campionato ideato apposta per far crescere nuovi piloti, tutti provenienti da questi paesi. Da questo punto di vista, dunque, Dorna ha in mano un tesoro, che nei prossimi anni continuerà certamente a sfruttare, aumentando molto probabilmente il numero di gare in questa zona del globo.

Un'altra interessante svolta degli ultimi anni è la competitività delle squadre e dei piloti di MotoGP. Abituati a vedere Marquez vincere un Mondiale dopo l'altro, e prima ancora a vedere battaglie sempre tra le solite due/tre moto, e sempre con gli stessi piloti per anni e anni, a partire dal 2020 il pubblico della MotoGP ha potuto godere di una vera e propria rivoluzione. Da due anni a questa parte infatti, tutte e sei le case hanno portato almeno un proprio pilota a vincere una gara. Ducati e Suzuki sono tornate al successo Mondiale, dopo 13 anni di dualismo Honda-Yamaha. Sul podio dei vari Gran Premi sono passati più di venti piloti, con sedici vincitori differenti in meno di due anni e mezzo, contro i 3/4 vincitori a stagione del passato, che si ripetevano poi nelle stagioni successive. La griglia del Mondiale poi, è occupata per la maggior parte da giovani piloti, arrivati in MotoGP non più di tre anni fa, che hanno garantito un incredibile ricambio generazionale. Con la grande pianificazione della crescita dei piloti tra Moto2, Moto3 e classi inferiori poi, Dorna si garantisce ogni anno l'arrivo in classe regina di nuovi campioncini pronti a vincere già alla loro prima esperienza tra i grandi. Un cambiamento drastico, che ha innalzato il livello di imprevedibilità e di spettacolarità delle gare, e di tutto il Campionato in generale.

MotoGP Unlimited vs Drive To Survive

Come noto a molti, la Formula 1 ha avuto negli ultimi anni un'impennata di spettatori, soprattutto in Nord America, dovuta principalmente alla serie tv di Netflix, Drive To Survive. Iniziata come una scommessa, la serie ha infatti portato milioni di nuovi tifosi a seguire la F1, dopo essersi appassionati a seguire le vicende dei dieci team della massima serie automobilistica, raccontate attraverso telecamere e microfoni di Netflix. La maggior parte di questo nuovo pubblico ha per altro un'età giovanissima, dando così la possibilità a Liberty Media, azienda che gestisce la Formula 1, di creare un'importante base anche per il futuro dello sport.

Con la MotoGP, Dorna ha provato un percorso simile. A partire dalla stagione 2021 infatti, i piloti e i team sono stati seguiti da una troupe di Amazon, con l'intento di creare una serie televisiva da trasmettere sulla piattaforma Amazon Prime Video. Ad inizio 2022 è stata pubblicata la prima stagione di MotoGP Unlimited, che ripercorre i Gran Premi del 2021. Il programma è stato da subito apprezzato dai fan, soprattutto dai più appassionati, anche più di Drive To Survive, in particolare per la veridicità degli argomenti trattati, al contrario della serie sulla F1, che prende spesso spunto da situazioni reali per esagerarne le conseguenze e creare un vero e proprio "show americano". Nonostante però l'apprezzamento del pubblico, la serie non ha avuto grandi risultati in termini numerici, non andando a catturare l'attenzione di coloro che attualmente non seguono la MotoGP, al contrario di quanto successo con Drive To Survive. Anche per questa ragione, la Dorna ha deciso di sospendere le riprese della stagione 2022 parlando di alcune divergenze con la produzione, ma riproponendosi di tornare a registrare a partire dal 2023, dopo aver corretto alcune cose che, a loro dire, non stavano funzionando.

In conclusione, possiamo affermare con certezza che Dorna e il Motomondiale hanno in mano tutte le carte per poter continuare a regalarci uno show di altissimo livello, continuando la crescita vista negli ultimi anni, nonostante la batosta del Covid e la perdita di Valentino Rossi. Starà a Carmelo Ezpeleta, CEO di Dorna, e alla sua squadra, saper giocare al meglio questa mano, in quello che si prospetta il periodo più delicato, dal punto di vista finanziario, che abbia mai vissuto il Motomondiale.

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