“Benvenuti al SuperClasico, benvenuti alla Bomb…”. No, scusate…devo cambiare il chip. Benvenuti al mio nuovo blog! “Il Punto di Max”, ogni settimana l’approfondimento su Serie A e LIGA, che commento su DAZN. Appunto, per punti. Per il debutto ho scelto subito una due giorni piena di botti e ribaltoni nel nostro campionato. Ecco i più clamorosi, in ordine cronologico.

  1. 75’ in apnea all’Olimpico, il tracollo di Bergamo e lo stop con il Parma: i tre indizi certificano il calo fisico e la prima, vera pausa di rendimento stagionale della Juve. Le gambe pesanti e un vantaggio abnorme sulle inseguitrici hanno tolto ai bianconeri ferocia, applicazione e capacità di lettura delle fasi della partita: le loro doti collettive migliori. Ronaldo è a +5 gol sull’anno scorso in LIGA e a +1 su due anni fa (“segnare in Spagna è facile, la Serie A è un’altra cosa…” multicit.) ma la difesa barcolla e crolla senza i leader storici.

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    Rugani aveva confermato già in Coppa Italia i suoi limiti fisici e di personalità, Allegri ha detto che uno degli errori contro il Parma è stato lasciare “uno contro uno” lui e Caceres. I grandi difensori d’Europa però sono abituati alla parità numerica. I titolari della Juve lo sono, le riserve no. E quando troppe seconde linee giocano insieme contemporaneamente, mostrano i loro limiti individuali. Frenata indolore per la classifica della Juve, in attesa dell’Atletico. E se Torino bianconera non ride, Madrid biancorossa piange. Pessima prestazione e ko sul campo del Betis Siviglia, con assenze pesanti eppure non abbastanza per giustificare una sconfitta che può costare la LIGA ai colchoneros: da potenziale -3 a -6 dal Barça.

  2. Hamsik ha salutato il San Paolo e sta per sbarcare in Cina. 12 anni da capitano e uomo simbolo si chiudono con una scelta che sul piano economico accontenta tutti. Il Napoli, che dopo oltre un decennio lo cede per una ventina di milioni; e il giocatore, che ne riceverà 27 in tre anni. Il padre vendette la sua auto per fargli iniziare la carriera, lui ripaga la famiglia e le future generazioni con questo ingaggio mostruoso. E’ stata una grande storia d’amore, con record di presenze e gol. Si esaurisce nel momento giusto, un attimo prima del definitivo tramonto tecnico e atletico di Marek.

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  3. SPAL-Torino è stata la partita con più falli del campionato: 51, “primato” precedente disintegrato già al 70’. L’ultima squadra divertente (a folate) di Mazzarri è stato il Napoli di Cavani e Lavezzi: Belotti centravanti di sbattimento, più nella sua che nell’altra metà campo, è un peccato capitale. Per la SPAL è stato più semplice adeguarsi che opporsi alla lotta e l’arbitro Mariani si è confermato uno dei peggiori della Serie A: come poteva non finire 0-0?

  4. San Siro implode con la sua Inter in un’altra settimana di interismo estremo. In cui il tratto caratterizzante non è la “pazzia” della squadra bensì l’attacco dei tifosi ad allenatore e miglior giocatore. Il popolo nerazzurro se la prende con chi comanda (o dovrebbe farlo) in campo e in panchina. E’ successo a un totem come Ibra e al pluriscudettato Mancini, oggi tocca a Icardi e Spalletti. Soli contro tutti. Chiamati, giustamente, a garantire il salto di qualità ma non per questo unici responsabili dell’ennesimo gennaio nero. 3 ko in una settimana causati da errori e omissioni davanti alla porta di Lautaro, Candreva e del capitano e dalla cronica assenza di personalità a centrocampo. Avrebbe dovuto portarla Nainggolan, ma Monchi ha dimostrato di averlo compreso meglio e più velocemente di Spalletti, che pure lo aveva gestito per un periodo più lungo. Il proprio fisico va rispettato, sennò chiede il conto anche agli sportivi superdotati. E lo fa pagare a chi ha investito denaro e fiducia in un leader mai sbocciato.

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    La squadra che ha battuto Napoli, Milan e Lazio è dunque smarrita pur restando terza. Il trend è negativo rispetto all’anno scorso (-4): tra le grandi solo la Juve (+4) e il Milan (+2) hanno migliorato il loro rendimento dopo 22 giornate. Napoli e Roma (-6) e Lazio (-14, con una partita in meno e un organico meno completo) hanno fatto peggio dei nerazzurri. Eppure l’emotività del momento – 2 ko, 1 pareggio e l’eliminazione dalla Coppa – travolge tutto. L’anno (italiano e cinese) è iniziato malissimo.

  5. La Roma ritrova il gioco, il Milan si salva coi giocatori: sovrumano Donnarumma, ancora convincenti Paquetà e Piatek.

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    Non è bastata una delle migliori prestazioni stagionali ai giallorossi, in uno stadio in parte ostile dopo l’umiliazione di Firenze. Reazione ammirevole, supportata dal coraggio dell’allenatore (Schick dall’inizio con Dzeko) e frustrata dalle solite nefandezze difensive: Fazio aggirato da Piatek sul gol, Olsen sempre poco reattivo e quasi fatale con la sua passeggiata al limite dell’area al 93’. Il pareggio salva e tutela tutti ma c’è altro oltre al risultato. A Gattuso serve una manovra più fluida per non disperdere l’impatto della nuova P2, Paquetà-Piatek: associazione assolutamente legale e alla luce del sole. Per la Roma un segnale di risveglio in attesa della continuità, che sarà la vera differenza nella volata per la Champions.